AZZARDO, UN’EMERGENZA NEGATA.
La seconda edizione del Libro nero affronta ancora una volta il tema dell’enorme crescita, all’apparenza inarrestabile, dell’azzardo online nel nostro Paese. Lo fa esaminando in un dettaglio regionale, provinciale e comunale, i numeri resi disponibili da Agenzia Dogane e Monopoli, a seguito di una nostra richiesta di accesso agli atti. Nel ringraziare questo soggetto pubblico per la disponibilità dimostrata, dobbiamo però evidenziare che quello della mancata trasparenza dei dati dell’azzardo è un autentico scandalo. Con la Finanziaria 2020 si è introdotto l’incomprensibile divieto di diffusione dei dati di dettaglio del gioco fisico, delle slot in particolare; numeri che sono indispensabili a tutti coloro che operano nel territorio per valutare l’esatta dimensione dell’offerta, per il contenimento dei danni portati dall’azzardo alla salute ed alle condizioni materiali delle parti più deboli della popolazione. Non solo; ADM rende pubblici i pur insufficienti dati generali con un ritardo enorme; quest’anno il Libro Blu 2022 è stato presentato a febbraio 2024. Inoltre, ADM, sorprendentemente, ha ritenuto quest’anno di estendere il divieto di diffusione dei dati ad altri giochi fisici “per tutelare le imprese del settore”. Siamo di fronte ad un’assenza di trasparenza che deve essere sanata al più presto. L’azzardo legale in Italia deve diventare una casa di vetro, e va respinta con decisione l’idea che siano da tutelare innanzitutto gli
interessi economici delle ricchissime imprese del settore, in luogo di quelli dei cittadini.
Ancora una crescita. Cosa ci dicono i numeri complessivi dell’azzardo 2023.
Una raccolta complessiva di 84 miliardi nel 2013, saliti a 136 miliardi nel 2022 e a 150 nel 2023. In dieci anni la raccolta è cresciuta del 78%, mentre il denaro perso dagli italiani, quasi 22 miliardi nel 2023, è cresciuto nello stesso periodo del 30%. Dieci anni nei quali si sono registrati peraltro due anni di pandemia (che ha comportato la temporanea chiusura delle attività) ed una pesante crisi economica, che ha ridotto in modo significativo il potere d’acquisto dei salari.
Ma quanti sono 150 miliardi di raccolta? Può sfuggire l’enormità di questa cifra. 150 mld equivalgono all’89% della spesa alimentare degli italiani, stimata per il 2023. 150 mld equivalgono a 5 volte l’importo della legge di bilancio 2024. La spesa sanitaria nel 2023 ammonta a 131,1 mld. E a cosa corrispondono i 22 miliardi persi nell’azzardo dagli italiani? E’ come se venisse del tutto azzerato il reddito annuale netto di oltre 1.100.000 lavoratori a tempo pieno, di buon livello e anzianità, con una busta paga mensile netta attorno ai 1.500 euro. Numeri che salirebbero vorticosamente con altri
esempi, visti i salari medi di alcuni settori.
Il caso azzardo online. Chi è il colpevole?
Sono 82 i miliardi raccolti nell’azzardo in rete nel corso del 2023; erano 49 nel 2020. In quattro anni si registra una crescita del 67%. Nel corso del 2023 ogni italiano/a tra i 18 ed i 74 anni (range nel quale si concentra la quasi totalità dei giocatori) ha “investito” in azzardo 1.926 euro. Una cifra che ovviamente va riparametrata sui giocatori reali, quelli che con diversa frequenza hanno giocato online. Le modalità del gambling online consentono una buona mappatura territoriale delle somme investite. E’ diffusa la valutazione che si scommetta di più dove i redditi sono più alti. Se si guardano le mappe ed i diagrammi si scopre che è esattamente il contrario. Campania, Sicilia e Calabria nel 2023 hanno sfondato il muro dei 2000 euro giocati online pro-capite (neonati compresi). Molise, Puglia e Basilicata lo faranno probabilmente nel 2024. I cittadini del Veneto e del Trentino-Alto Adige giocano online, pro-capite, un terzo di quanto giocato in Campania. Nel Sud e nelle Isole si spende esattamente il doppio rispetto al nord. Sono siciliane le tre provincie in vetta alla sgradevole classifica dell’azzardo online: Messina, Palermo, Siracusa, con oltre 3.200 euro per ogni residente in età 18-74 anni nel 2023. Seguono a poca distanza Isernia, Taranto e Reggio Calabria. Concludono i primi 10 posti Napoli, Salerno, Caserta e Crotone. Restando al di sopra dei 2.000 euro solo al 29° posto troviamo la prima provincia del nord, Imperia, seguita da La Spezia e Savona. Una condizione, quella della Liguria, che merita attenzione. Tra i capoluoghi di Regione in testa troviamo Reggio Calabria, seguita da Palermo, Napoli, Bari e Cagliari. Numeri particolarmente elevati anche a Roma, con 2.213 euro per ogni residente in età 18-74 anni, ed un +13% sul 2022. Roma è capitale anche in un ulteriore dato: 4,4 miliardi giocati nel solo online. Anche Milano cresce del 12%, e raggiunge i 1.796 euro. Firenze è più indietro, ma si segnala per il fortissimo incremento registrato nel 2023, con un + 43% sul 2022, difficile da comprendere. Per ciò che attiene ai capoluoghi di provincia, la classifica si apre con l’incredibile record di Isernia, passata nell’arco di un anno da un pur notevole 2.686 euro del 2022 a ben 4.143 euro pro capite del 2023 (classe di età 18-74 anni). A poca distanza Crotone e Reggio Calabria, quindi il terzetto siciliano composto da Siracusa, Messina e Catania; anche stavolta, oltre al 30° posto, troviamo le provincie liguri. Venendo ai Comuni italiani superiori ai 10.000 abitanti la classifica dei primi cento non può che lasciare a bocca aperta. Guida la classifica un comune salernitano, Castel San Giorgio, nella Valle del Sarno. Nel Comune è attivo un presidio di Libera, dedicato a Marcello Torre, Sindaco di Pagani per pochi mesi, prima di essere assassinato dai sicari di Cutolo l’11 dicembre 1980. Ha 13.700 abitanti, e ha fatto registrare nel 2023 11.883 euro procapite (classe di età 18-74 anni); un davvero poco invidiabile record nazionale, trenta volte il dato di molti comuni del Veneto. Con 8.946 euro pro capite segue, in provincia di Roma, Rocca Priora, ad appena 30 km dal Campidoglio. “Tra Rocca Priora, Ariccia, Genzano e Monte Porzio Catone, vengono segnalate le presenze radicate di esponenti delle famiglie Molè (della Piana di Gioia Tauro) e Mazzagatti (Oppido Mamertina). Gli affari sono sempre gli stessi, a partire dal traffico di droga e poi estorsioni ed usura. I proventi vengono poi riciclati anche in attività commerciali e imprenditoriali pulite.” Roberto Galullo, Sole24 ore, 24.11.2017.
A sorpresa, ma non troppo, il terzo posto è di un comune della cintura di Bologna, Zola Predosa, che era già stato segnalato nel recente rapporto di Federconsumatori Emilia-Romagna, “Pane e azzardo”, come la “vetta” nelle crisi d’azzardo regionali nel 2022. Nel 2023, con una ulteriore crescita, in un Comune a 11 km dalle Due Torri si sono raggiunti i 7.884 euro per residente in età 18-74 anni nel solo azzardo in remoto; cinque volte di più che a Bologna. La presenza nei primissimi posti di un ulteriore comune prossimo al capoluogo, Calderara di Reno, accentua i problemi del bolognese. Sopra i 6.000 euro si registra, al quarto posto, il comune tarantino di Martina Franca; un’area di forte presenza della malavita organizzata e un Comune dove, fino a quando i dati sono stati forniti, si registravano record anche nel gioco fisico. Infine, al quinto posto, in una zona a forte intensità di presenza della malavita organizzata,
troviamo Formia, in provincia di Latina. Una zona dove sono stati ben intuiti i problemi nel corso del recente convegno, “Azzardo e mafie, un grido di allarme nel sud Pontino”, organizzato dalla Caritas di Gaeta, con la partecipazione tra gli altri di Anpi, Legambiente e dello SPI CGIL.
Chi è il colpevole, quindi? In Italia una quota consistente dell’azzardo legale online è da far risalire, con evidenza, all’utilizzo di questo canale, da parte delle mafie, come modalità di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Con prudenza ne stimiamo l’entità in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online. Con la sua “convenienza” (ogni 100 euro giocati ne tornano al giocatore mediamente 94, contro i circa 70-75% dei giochi fisici) il gioco online ha probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso AWP e VLT. Un fenomeno certamente ancora esistente, ma difficile da quantificare, stante il divieto di diffusione di dati che andrebbero intrecciati con quelli dei giochi da remoto. Molteplici soggetti, ai quali sono stati commissionati studi sull’azzardo dalle associazioni del settore, hanno cercato di dimostrare l’innocuità dello stesso, accreditando il settore del gioco legale come una barriera al dilagare dell’illegalità. E’ una tesi più che interessata, ma va detto che non va presa sotto gamba la lotta contro l’azzardo illegale, in gran parte riconducibile alla malavita organizzata; ma alla pari va riconosciuta, e contrastata efficacemente, l’illegalità interna ai meccanismi del gioco legale. Non solo mafie però; una parte delle anomalie nei numeri dell’azzardo può essere ricondotta alle opacità di alcuni settori economici, dove è frequente la circolazione di capitali in nero; in questo senso andrebbero esaminati i settori dell’edilizia (con le molteplici opacità del 110%) e del
turismo, con attenzione alle rilevanti somme generate dagli affitti turistici irregolari. Ma c’è un altro fenomeno, nella crescita vertiginosa dei numeri dell’azzardo in remoto; ed è l’irruzione di consumatori nuovi, che più di altri si sentono a casa propria nella Rete: i giovani.
Dentro alla trappola. Giovani e azzardo.
Federconsumatori Modena, che ha costruito il presente rapporto in collaborazione con la Fondazione ISSCON, svolge una ricca attività sull’azzardo nelle Scuole di quella provincia. Grazie al progetto “Un Argine all’azzardo”, voluto dai Comuni delle Terre d’Argine, trai quali Carpi, si è realizzata una indagine che ha coinvolto ben 1.553 ragazzi e ragazze tra gli 11 ed i 18 anni, delle Scuole secondarie di primo e secondo grado. Davvero tanti gli elementi di preoccupazione. A 14 anni il 96% degli adolescenti ha un proprio cellulare collegato ad Internet; solo uno su sette ha delle limitazioni alla navigazione poste dai genitori. La metà del campione, nella fascia 11-14, “shoppa” con varia intensità, o acquista “casse e
scrigni” mediante la carta di credito dei genitori o ricariche per videogiochi. Sono meccanismi, ormai è evidente, preliminari all’azzardo vero e proprio. Il 41% degli adolescenti nella fascia 11-14 sono stati sottoposti online ad illeciti “adescamenti al gioco”, fatti per lo più mediante pop-up che propagandano possibili vincite in denaro. Assai diffusi, con la complicità dei familiari, gli acquisti di Gratta&Vinci e le scommesse sportive. Nella fascia 14-18 i numeri peggiorano: il 43% dei maschi ha acquistato direttamente Gratta&Vinci, e quasi il 50% ha giocato, almeno una volta, in una sala Slot. In questa fascia il gioco fisico, in modo piuttosto sorprendente, sopravanza nell’interesse quello in remoto, ma con segnali di crescita elevata nelle età più avanzate. Il 4% dei ragazzi e delle ragazze dichiara di avere un conto online attivo, mentre un ulteriore 9% si dichiara interessato ad averlo. Va detto che la grande maggioranza dei ragazzi in questa fascia d’età giudicano negativamente l’azzardo, ne conoscono i rischi, sono persino preoccupati degli effetti sui propri compagni più esposti. Hanno costruito spesso le proprie valutazioni proprio in classe, grazie all’ottimo lavoro di tanti insegnanti. Allo stesso tempo preoccupa il crescere di una minoranza tutt’altro che simbolica, attorno al 14%, fatta soprattutto di ragazzi, che ha esperienze relativamente frequenti con l’azzardo. Esperienze spesso legate alla consuetudine familiare; nel rapporto citiamo fatti descritti dagli stessi ragazzi; la frequentazione coi genitori o coi fratelli di locali dove si gioca d’azzardo, in particolare i bar con slot. Oppure ricordarsi di quando, bambino, si spingevano i tasti luminosi di una slot, sulle ginocchia del proprio padre. O ancora essere coinvolti nelle scommesse sportive da un familiare, o ricevere un mazzetto di Gratta&Vinci dalla nonna, come regalo di compleanno. Infine, andrebbe indagata, in profondità, l’ormai evidente contiguità di alcune forme di trading online con l’azzardo, e la fascinazione che lo stesso esercita su troppi ragazzi e ragazze, anche a causa di influencer e pseudoconsulenti in rete, la cui attività andrebbe semplicemente vietata.
Quindi, che fare?
Federconsumatori e CGIL si riconoscono nella meritoria ed instancabile attività portata avanti negli anni dalla Campagna Mettiamoci in gioco, che raggruppa decine di soggetti di rappresentanza e del Terzo Settore. Sono condivisibili le proposte che Avviso Pubblico ha recentemente concretizzato con una propria Memoria alle Commissioni di Camera e Senato. Condividiamo le richieste avanzate dalla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, che assieme alla Campagna ha segnalato la necessità di costruire un intergruppo tra quei parlamentari che ritengono indispensabile ridurre al più presto i volumi e l’offerta d’azzardo, mettendo al centro la salute delle persone. Nonostante tutti questi sforzi siamo di fronte al rischio concreto di una sconfitta. Il mondo dell’azzardo non è mai stato così forte, e mai così
flebile, od oscurata, la voce di chi si oppone alla pervasività dell’azzardo, alla sua estensione sempre maggiore nella società. In questo senso va letta negativamente la recente normativa in materia di azzardo online, varata dall’attuale Governo, mentre cresce la preoccupazione rispetto alle norme annunciate in materia di azzardo fisico. Si annunciano norme che, in nome di una uniformità di regole per gli imprenditori del settore, azzererebbero nei fatti il ruolo delle Regioni e dei Comuni, riducendo ai minimi termini i vincoli posti in materia di insediamenti, localizzazione e orari dei locali dell’azzardo. Sarebbe un autentico colpo di spugna su anni di tentativi di contenere gli effetti dell’azzardo, sul lavoro di tante associazioni, della Chiesa, di tanti operatori della Sanità Pubblica, della Scuola, di migliaia di amministratori locali. Un deciso colpo di spugna anche sulla speranza di invertire i numeri clamorosi che qui vi abbiamo presentato.