Nove metri quadrati è la superficie minima di una camera da letto singola in una abitazione, mentre la camera doppia deve essere almeno di 14 mq. Queste alcuni degli obblighi definiti dal DM 5 luglio 1975, che affronta, o meglio affrontava, anche altri aspetti, come la dimensione minima dei monolocali e lo spazio complessivo minimo, per abitante, di una unità immobiliare: 14 mq per i primi 4 abitanti, 10 per i successivi, comprensivi degli spazi comuni. Non esaminiamo in questa ricerca il tema dell’affitto di appartamenti e delle locazioni turistiche, già oggetto di molteplici attenzioni, ma soltanto quello dell’affitto di posti letto e camere all’interno di appartamenti nella città di Modena. E’ comunque indispensabile citare le importanti modifiche introdotte dal Governo Meloni con il cosiddetto Decreto Salva Casa, entrato in vigore tre settimane fa, il 28 luglio 2024. Si è previsto l’abbassamento a 20 mq (da 28) delle dimensioni minime di un appartamento, la riduzione a 28 mq (da 38) della dimensione minima di un appartamento che ospita due persone, l’introduzione di soglie di “tolleranza” che potrebbero peggiorare quei limiti e l’abbassamento dell’altezza minima dei soffitti, per rendere abitabili soffitte e altri ambienti. Una riforma fortemente richiesta dalle associazioni dei costruttori, che ha fatto registrare l’entusiasmo di chi intravede possibili grandi affari. Nei fatti il Decreto, unito alla pratica dei condoni, è la copertura ideologica e la giustificazione della condizione che qui denunciamo, che a questo punto è destinata a peggiorare ulteriormente, aprendo a diffusi processi di frazionamento degli immobili e dando vita a vere e proprie “abitazioni-stanze” Non era di certo questo, quello di cui c’era bisogno per rispondere all’innalzamento degli affitti nel nostro paese, compresi quelli sostenuti per una camera o un posto letto.
Ovviamente il deragliamento del costo degli affitti degli immobili a Modena, tra i più elevati in Italia, ha strettissime connessioni con i costi che studenti fuori sede e lavoratori sostengono oggi per un posto letto o per una camera con bagno e cucina condivisa. Nel cercare informazioni su questi ultimi abbiamo registrato, tra le offerte di unità immobiliari, la presenza di minuscoli monolocali, in condizioni precarie, proposti a 600 euro più utenze, che con il discutibile meccanismo del forfait (di cui parleremo più avanti) salgono a 750/800 euro.
Difficile dire quante siano le stanze in affitto e affittabili nella città di Modena in questo momento. Sono 388 le inserzioni su Immobiliare.it relative a camere e posti letto in una camera, 344 quelle su Idealista.it, 223 quelle su Subito.it e 176 quelle su Casa.it. Numeri non cumulabili, perché in maggioranza le inserzioni sono presenti in tutti i portali. Considerando quelli già affittati, non oggetto di inserzioni, e la vasta area di “informalità” di questo settore, si può presumere la presenza di almeno 1000/1500 posti letto e camere in città gestiti da privati. Un mercato che interessa non solo studenti e studentesse fuori sede, ma sempre di più anche lavoratori e lavoratrici, questi ultimi spesso nella speranzosa attesa di una sistemazione indipendente. Un mercato che a Modena registra costi tra i più elevati d’Italia, a livello di alcune grandi città come Roma e Bologna, anche a causa di incrementi più rapidi che altrove.
Quali le cause? E’ cresciuta la domanda? A Modena non sono aumentati in modo significativo gli studenti fuori sede, ma contemporaneamente alla crescita di lavori temporanei, precari e a basso reddito è cresciuta una tipologia di emigrazione a carattere breve, di chi non può permettersi qualcosa di duraturo. Un duraturo che peraltro non può essere l’appartamento di 90 mq affittabile in questo momento a Modena a 1.100 euro mensili più utenze. Quello che è cambiato, a Modena, è l’impossibilità economica per sempre più persone di affittare un appartamento a costi superiori alla metà del proprio reddito. Questo il primo fenomeno che ha portato alla crescita dell’affitto di camere e posti letto, il cui costo peraltro è cresciuto contemporaneamente alla crescita della richiesta. Ma c’è anche altro. Impossibile non ricordare la terribile erosione portata dall’inflazione ai redditi da lavoro. Nell’ultima indagine sul reddito dei modenesi e delle modenesi, CGIL e Federconsumatori hanno registrato “Un arretramento di redditi, per capirci, che non ha eguali nella storia del nostro paese dal dopoguerra ad oggi. Parliamo di una perdita di potere d’acquisto dei salari che nell’arco di un solo anno, in provincia di Modena, ha raggiunto mediamente l’8.1%”.
Un tema da tenere sempre in mente, anzi, da usare come chiave interpretativa di quanto sta succedendo, anche a Modena, sul fronte dell’abitare.
Segue….