Il 31 maggio è la giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’OMS a partire dal 1987. Gli ovvi limiti con i quali quest’anno si svolgeranno le diverse iniziative nulla tolgono all’importanza del tema, soprattutto nel tempo straordinario che stiamo attraversando.
A livello mondiale si stima che il consumo di tabacco uccida ogni anno sei milioni di persone, cifra in preoccupante aumento. In Italia sono oltre 70.000 i decessi causati dal fumo ogni anno. Numeri impressionanti, per ridurre i quali sono impegnate molte energie. A Modena in particolare va segnalato l’eccellente lavoro dell’Azienda USL di Modena, con i suoi Centri Antifumo e le diverse iniziative educative organizzate nel tempo. Le nostre associazioni chiedono che si innalzi l’attenzione generale anche sugli effetti del fumo passivo, i cui effetti negativi sulla salute delle persone, in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza, è stato ampiamente dimostrato. Come il fumo attivo, anche il fumo passivo è stato classificato dalla IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come sostanza cancerogena per l’uomo. L’evidenza scientifica indica che non ci sono livelli di esposizione al fumo passivo privi di rischio. In questo senso rientra anche il fumo passivo in ambienti aperti, rispetto al quale oggi, in assenza di una precisa normativa, esiste a nostro parere una eccessiva tolleranza.
E’ stato dimostrato che il fumo di tabacco all’aperto è rilevabile fino a nove metri di distanza, considerata la distanza minima di sicurezza per evitare l’esposizione a fumo passivo.
Federconsumatori, Adiconsum, Movimento Consumatori e Adoc hanno avanzato nei giorni scorsi una richiesta al Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, Gian Carlo Muzzarelli, chiedendo con una lettera, inviata per conoscenza al Direttore Generale dell’AUSL ed ai Sindaci della Provincia, che venga proposto sulla materia un Atto d’Indirizzo della Conferenza. Abbiamo chiesto di fare il possibile per evitare di sottoporre al fumo passivo le persone, in particolare bambini e donne in gravidanza; una azione utile allo stesso tempo anche a fornire modelli di comportamento positivo ai giovani, riducendo contestualmente la produzione di rifiuti del fumo in luoghi sensibili.
Ecco le quattro concrete proposte che abbiamo avanzato.
1) Prevedere il divieto di fumo nelle aree prospicienti gli ingressi degli uffici pubblici e privati, distanziando di almeno 10 metri le aree dove il fumo è possibile, anche per evitare che lo stesso penetri negli ambienti.
2) Prevedere il divieto di fumo negli spazi destinati a spettacoli ed iniziative pubbliche, quali cinema e teatro all’aperto, concerti, conferenze ecc.
3) Prevedere il divieto di fumo, o iniziative per il suo contenimento, negli spazi pubblici (strade, piazze, portici) in occasione di grandi eventi, quali Festival della Filosofia, Notte Bianca, Fiere, Sagre ecc.
4) Prevedere il divieto di fumo nelle aree monumentali delle città a maggior afflusso turistico, a partire dai luoghi dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Per le nostre quattro Associazioni un approccio fatto soltanto di divieti, in materia di fumo, sarebbe perdente. Anche per questo appoggiamo da sempre le iniziative dei Centri Antifumo dell’Ausl di Modena. Ma le iniziative che proponiamo sono tutte destinate a tutelare i non fumatori dal fumo passivo, a partire dai soggetti maggiormente a rischio. Rischi rispetto ai quali non è quindi possibile porre la questione del “lavoro culturale”, in luogo di limitazioni e divieti, che si rendono al contrario necessari per tutelare quella grande maggioranza di modenesi che non fuma, ma la cui salute può essere danneggiata dal fumo.
FEDERCONSUMATORI ADICONSUM MOVIMENTO CONSUMATORI ADOC