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      E’ da molto tempo che la situazione del funzionamento della giustizia italiana è al limite ed è da molto tempo che la nostra Associazione si augura che si mettano in campo le azioni necessarie a migliorarla e renderla alla portata di tutti i cittadini. Ma dobbiamo amaramente registrare che questo obiettivo invece di avvicinarsi si allontana, inducendo al pessimismo più nero.

 

 

Negli ultimi mesi molte cose sono cambiate per i cittadini che vogliono accedere ad un procedimento civile, ma non in meglio: a partire dai costi, dopo i diversi balzelli su bolli, tasse ecc., abbiamo registrato l’aumento del contributo unificato (es. il contributo unificato per un atto di citazione in Tribunale per una causa il cui valore è fra € 5.201,00 e fino a € 26.000,00 è passato da €170,00 di inizio 2010 ad € 206,00 da luglio 2011; se poi il valore della causa è più elevato es. fino a € 52.000 il costo per il contributo unificato sale a € 450,00 dai € 340,00 di inizio 2010. Poi la introduzione della procedura di mediazione obbligatoria, che dovrebbe aiutare a smaltire e ridurre il numero delle cause, non è ancora effettivamente decollata e la cui efficacia sarà tutta da verificare, per ora di certo per i cittadini ci sono ulteriori costi. Ora i cittadini si dovranno misurare anche con la soppressione di gran parte dei presidi dei Giudici di Pace sul territorio, che nel disegno del Ministro della giustizia Paola Severino, è una priorità nell’ambito della programmata riorganizzazione dell’apparato giudiziario. La ipotetica chiusura degli Uffici delle sedi non capoluogo e delle sedi distaccate di Tribunale, attesa la finalità di contenere e tagliare i costi della giustizia, potrebbe comportare naturalmente ulteriori gravi ripercussioni sul nostro territorio. Perciò tutti i comuni della provincia di Modena, con un bacino di utenza di oltre 700.000 residenti, dovrebbero far capo al Giudice di pace di Modena, e questo costituirebbe un sicuro deterrente alla fruizione di questo primo gradino della giustizia. Risale al 1995, nell’ambito del riordino della giustizia ed in sostituzione del preesistente “Giudice conciliatore”, l’istituzione del “Giudice di pace”; organo giurisdizionale preposto a dirimere controversie civili di piccola entità, con specifiche competenze in materia civile e penale. La funzione di questa nuova figura di magistrato onorario, circa 4.700 in tutta Italia, aveva una dichiarata duplice valenza: alleggerire l’enorme carico di pendenze che soffocavano i Tribunali civili, ed allo stesso tempo consentire ai cittadini la fruizione di un apparato giudiziario assai più veloce ed economico. Molto spazio servirebbe per elencare le innumerevoli competenze del Giudice di pace, limitandoci qui solamente ad indicarlo quale Autorità atta a ricevere i “ricorsi” avversi alle violazioni amministrative, o le “citazioni” per controversie civili di valore fino a € 5.000, o € 20.000 per danni da incidenti stradali. Diversamente dai tempi biblici necessari per le cause civili innanzi ai Tribunali, solitamente entro 3-4 mesi si ottiene il giudizio del G. d P., ed anche se le cause minori non sono più gratuite, hanno tuttavia costi assolutamente contenuti e la facoltà di stare in giudizio, in certi casi, senza l’assistenza di un legale. E’ perciò evidente che questa “razionalizzazione” sarà ancora una volta a scapito dei diritti dei cittadini ed avrà come effetto prevalente quello di allontanarli allo Stato. Federconsumatori è fermamente contraria ad una riorganizzazione della macchina giudiziaria orientata alla sola, seppur importante, razionalizzazione e che non tiene conto dei problemi e dei bisogni effettivi delle persone e continuerà la propria battaglia per affermare la necessità di una giustizia con meccanismi certi e volti ad accertare le responsabilità con tempi e costi accettabili, lancia un nuovo grido di allarme a tutte le forze sociali e politiche, agli Enti Locali e alle Associazioni economiche affinché sostengano a loro volta nelle sedi opportune questa battaglia di civiltà.

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