Al momento stai visualizzando IL GRANDE GIOCO DELLE RETE. Ragazzi e ragazze in rete

Focus sulle scuole medie di I e II Grado

IL GRANDE GIOCO DELLA RETEI principali risultati. I due report che presentiamo si inseriscono all’interno di un progetto particolarmente articolato, voluto e realizzato dai Comuni delle Terre d’Argine. “Un argine all’azzardo” è il tentativo, crediamo riuscito, di rispondere ad un problema e ad un’emergenza attraverso un’azione corale, che mette assieme tante energie del territorio, coordinate dalla stessa Unione. Questa premessa è comune ad entrambi i rapporti, per mettere in ovvia relazione la parte di indagine comune e quella specifica per le due fasce d’età indagate: quella degli adolescenti che frequentano le scuole secondarie di primo grado (11-14 anni) e quella di ragazzi e ragazze che frequentano le scuole secondarie di secondo grado (dai 14 ai 18 anni, con alcuni rispondenti di 19-20 anni). I report parlano di loro, di come esprimono la propria socialità, del loro rapporto con il gioco e, soprattutto per chi frequenta le medie superiori, di quale familiarità hanno con l’azzardo. Ovviamente, lo vedrete, i report non parlano solo di ragazzi e ragazze, ma anche dei loro genitori, in alcuni casi dei nonni; altrettanto ovviamente parlano del contesto nel quale tutti questi soggetti si muovono, anche in raffronto con i pochi dati nazionali disponibili. I due report parlano anche della Scuola, del lavoro educativo che può fare la differenza anche sul fronte dell’azzardo. Un fronte assai turbolento, con rapide trasformazioni e con grandi cambiamenti in corso, tutti negativi; uno di questi è l’irruzione dei più giovani come soggetti rilevanti nel ricchissimo mercato dell’azzardo italiano. In assenza di statistiche certe, crediamo siano utili tutte le analisi ed i rapporti che sollevano il problema.Il territorio delle Terre d’Argine evidenzia, da tempo, numeri nell’azzardo superiori alle medie regionali e provinciali. Abbiamo trattato questo tema all’interno dei due specifici rapporti dedicati ai numeri dell’azzardo nel territorio, presentati a febbraio ed ottobre 2023, ai quali si rinvia. Una condizione determinata da molteplici motivi, che ha effetti certamente anche sulla popolazione più giovane. I report che presentiamo hanno goduto in questo distretto dell’appoggio fattivo del mondo della Scuola, che ringraziamo sentitamente. Grazie a questo è stato raggiunto un numero di rispondenti elevatissimo,nelle medie di primo grado vicino al 20% della popolazione scolastica complessiva. I 1.553 questionari compilati sono davvero tanti. Talmente tanti che possono essere considerati rappresentativi dell’intera popolazione cui fanno riferimento; ma ugualmente segnaliamo la lieve minore disponibilità dimostrata dalle classi quarte e quinte delle superiori, che altrettanto lievemente può aver influito, sottostimando alcuni aspetti oggetto di analisi, sui dati di sintesi. Inoltre negli istituti di secondo grado le ragazze che hanno risposto sono quasi il doppio dei ragazzi; anche questo può avere avuto effetti sul dato generale, per la maggior propensione all’azzardo da parte dei ragazzi.

Lo sport, il gioco sano. Abbiamo iniziato chiedendo a tutta la platea di ragazzi, tra 11 e 18 anni (con alcuni rispondenti di 19 e 20 anni), informazioni sul rapporto che hanno con lo sport. Sono tanti i ragazzi che fanno sport nell’Unione, con dati nettamente superiori a quelli nazionali. Un dato positivo, che va letto assieme al numero di ragazzi e ragazze che non praticano alcun sport, anch’esso molto al disotto dei dati nazionali, in tutte le fasce d’età. Quella di chi non frequenta campi sportivi e palestre è però una percentuale che passa, tra gli 11 ed i 18 anni, dal 25% al 51%.5E’ un effetto che riguarda quasi esclusivamente gli sport di squadra, che trai 14 ed i 16 anni vedono più che un dimezzamento di praticanti, mentre gli sport individuali sono caratterizzati da una forte stabilità, superando quelli di squadra intorno ai 15 anni. Un elemento del quale i genitori debbono tener conto, nell’orientare i propri figli verso una attività sportiva.

Gli amici. Se può essere considerato normale che il 29% degli adolescenti tra 11 e 14 anni esca raramente o mai con gli amici, colpisce il 17% dei ragazzi più grandi – uno su sei – che dichiara la stessa cosa. Colpisce ancora, nel confronto con i dati nazionali (Istat) una netta differenza nella fascia 11-14, dove il dato degli adolescenti che escono poco o mai si dimezza, con il 29% (dato distrettuale) che scende al 15% nel dato nazionale, mentre anche nella fascia d’età successiva resta una differenza significativa: nella fascia d’età 14-20 il 16% dei ragazzi, uno su sette, dichiara di uscire raramente o di non uscire mai con gli amici.

Lo smartphone e i videogiochi. La musica ed i video. L’83% degli adolescenti nella fascia 11-14 anni ha un proprio cellulare collegato ad Internet, il 13% utilizza quello dei propri genitori, mentre solo il 4% (ma concentrato negli 11 anni), dichiara di non utilizzarlo. Arrivati ai 14 anni la percentuale di chi ha un cellulare proprio, collegato ad internet, sale al 96%. Sono numeri che fanno riflettere, ma coerenti con i dati nazionali. Nella stessa fascia la % di coloro che non hanno limitazioni da parte dei genitori all’uso dello smartphone, sale rapidamente dal 29% degli undicenni all’82% dei quattordicenni. Numeri non diversi si registrano sulle limitazioni poste sui videogiochi, dove l’assenza di controllo sul tempo dedicato, da parte dei genitori, è similare. Più della metà dei ragazzi nella fascia 11-14 gioca da solo, spesso o sempre. Quello sui videogiochi è un esame fatto solo per le medie di 1° grado, ed è uno dei casi nei quali si nota una forte differenziazione di genere. Tra i maschi il 54% dichiara di giocare spesso; un dato che scende all’11% per le femmine. Queste ultime per il 55% dichiarano di non giocare mai o quasi mai coi videogiochi, contro l’8% dei maschi. Quali sono i social di maggior utilizzo tra gli over14? Tra tutti WhatsApp (94%), del quale spesso si ignora il divieto all’utilizzo per gli under16; a seguire Youtube e molto più distanti Instagram e Telegram. Il consumo di musica e video è diffusissimo, e cresce progressivamente con l’età, fino al 95% dei rispondenti che dichiara di vedere o ascoltare musica nelle scuole di II grado.

IL RAPPORTO CON L’AZZARDO. L’aspetto è stato indagato, nei limiti di una indagine rivolta in gran parte a minori, con i ragazzi e le ragazze frequentanti le scuole di secondo grado nell’Unione. Ma alcune domande significative sono state poste anche agli adolescenti della fascia 11-14, e sono utilissime ad interpretare i numeri successivi. Metà di loro gioca (sempre o spesso) da solo ai videogiochi online. Il 46% “shoppa” con varia intensità (cioè acquista aggiunte per potenziare o personalizzare un personaggio del videogioco). Di poco inferiore l’acquisto di “Casse o scrigni”. Un 12% di adolescenti dichiara di aver speso oltre 100 euro per questi acquisti, nell’arco di 4 mesi. In generale quasi la metà del campione dichiara che l’acquisto è avvenuto tramite la carta di credito dei genitori mentre il 43% lo ha fatto tramite ricariche per videogiochi. Alcune risposte, per molti versi scioccanti, costringono tutti ad elevare il livello di attenzione. Il 41% degli adolescenti nella fascia 11-14 sono stati sottoposti online ad illeciti “adescamenti al gioco”, fatti per lo più mediante pop-up propagandanti possibili vincite in denaro. Nella stessa fascia il 29% ha avuto esperienze di gioco – illegali – con i Gratta&Vinci, spesso tramite i propri genitori o familiari. Il 18% ha effettuato scommesse sportive, anche qui con la complicità degli adulti, generalmente i padri ed i fratelli.

Passando alla scuole di secondo grado i dati peggiorano. Ben il 38% dichiara di aver acquistato Gratta&Vinci, in gran parte senza avere i 18 anni necessari; trai ragazzi si sale al 43%. Il 15% ha dichiarato di aver fatto scommesse sportive presso gli sportelli delle sale scommesse. Un dato però fortemente diversificato trai sessi, che sale al 29% trai ragazzi. Anche in questo caso la grande maggioranza ha giocato senza avere l’età necessaria, in autonomia o con la complicità di adulti. Il 30% dei ragazzi e delle ragazze delle scuole di secondo grado sono entrati molto spesso o qualche volta in una sala slot o in un’area di tabaccherie o bar riservata alle slot. Un dato già preoccupante, ma che si avvicina al 50% per i maschi da 16 anni in su. Più contenuti i numeri relativi all’azzardo online, dove il 15% del campione dichiara di giocare spesso o di tanto in tanto, senza una significativa differenza di genere. Ma alla domanda se si conoscono persone vicine (amici, Parenti e compagni di classe) che giocano denaro online, i numeri cambiano, e mostrano che chi gioca lo fa platealmente, senza tenerlo riservato. Solo il 4% dei ragazzi dichiara di avere un conto gioco online attivo, e di utilizzarlo, mentre il 9% dichiara di non averlo, ma di avere l’intenzione di aprirlo. Alta la consapevolezza dei ragazzi e delle ragazze circa i rischi dell’azzardo, con solo il 6% che ritiene non sussistano rischi di dipendenza. Ragazzi per i quali è la ricerca di divertimento, assieme a quella di maggiori risorse economiche, la motivazione principale per la quale si inizia a giocare d’azzardo. Ragazzi che dichiarano di aver ricevuto informazioni sui pericoli dell’azzardo prioritariamente dalla Scuola, e questa è davvero una buonissima notizia. E’ buona la conoscenza dell’esistenza di centri di aiuto per i dipendenti dal gioco, mentre solo il 9% dichiara di non conoscere il divieto ai minori di 18 anni. Infine il trading online, dove spesso l’approccio è prossimo all’azzardo, con il 7% dei ragazzi che ha investito somme di denaro, mentre il 6% ha acquistato criptovalute.

IN CONCLUSIONE. Fino a qui la descrizione degli esiti dell’indagine, spesso eloquenti e che non necessiterebbero di ulteriori commenti. La nostra non vuole essere una indagine sociologica, ma nemmeno una semplice esposizione di numeri. I ragazzi e le ragazze che frequentano le scuole dell’Unione Terre d’Argine si sono descritti, seppur sinteticamente. Non sono molto diversi dai loro coetanei di altre parti d’Italia, ma qualche differenza si fa notare. Fanno più attività sportiva, anche se smettono troppo presto; hanno una rete amicale meno intensa, in particolare la parte più giovane. Una minoranza significativa, uno su sette, ha problemi di solitudine, di isolamento, di varia intensità. Come nel resto del Paese gli strumenti tecnologici, progressivamente, diventano di uso generalizzato, a partire dallo smartphone e, per i maschi, dai videogiochi. I tentativi dei genitori di contenerne l’utilizzo eccessivo sono complicati quando i figli hanno 11 anni, ma verso i 15 sono sostanzialmente abbandonati. Rispetto alla parte “core” dell’indagine, l’azzardo, quello che esce dal punto di vista comparativo è un sostanziale allineamento con le tendenze esaminate dalle poche indagini nazionali operate negli ultimi anni, ad eccezione di un maggior peso, nell’Unione, del gioco fisico rispetto all’online. L’azzardo non è un elemento centrale nella vita degli adolescenti di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano; la gran parte considera negativamente le diverse7L’azzardo non è un elemento centrale nella vita degli adolescenti di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano; la gran parte considera negativamente le diverse tipologie di gioco e ne conosce i rischi. In molti hanno avuto brevi, a volte brevissime esperienze con l’azzardo, utili però a costruire una barriera alla loro ripetizione. Ciò nonostante circa la metà dei ragazzi e delle ragazze minorenni ha avuto rapporti con l’azzardo, fisico e online. Allo stesso tempo preoccupa il crescere di una minoranza tutt’altro che simbolica, attorno al 14%, che ha esperienze d’azzardo frequenti. Esperienze spesso legate alla consuetudine familiare, accentuate in un territorio con numeri complicati. Si parte dal non considerare il Gratta&Vinci come un gioco d’azzardo, che quindi viene comprato assieme a Topolino, o regalato per Natale dai nonni. Si continua con la frequentazione, assieme ai figli, di locali dove le barriere tra prendere un caffè e giocare alle slot sono minime ed inesistenti. Oppure si arriva a spingere i tasti luminosi di una slot col proprio figlio sulle ginocchia, o a far decidere allo stesso i risultati sportivi sui quali scommettere, dentro o fuori da una sala giochi. Tutti casi veri, tutti comportamenti che denunciano una grave sottovalutazione, da parte dei familiari, sia dei divieti di legge che dei rischi che corrono i propri figli. Una minoranza, s’intende, verso la quale è necessario promuovere un codice comportamentale, già oggi messo in atto dalla grandissima parte dei genitori di questo territorio, che sono, assieme alla Scuola, la più efficace barriera verso l’azzardo.Azzardo che, va ricordato, è legale; una formula che non può però impedire di rilevarne la crescita inarrestabile, la contestuale crescita dei problemi economici da parte dei giocatori, e con questa la crescita delle patologie collegate. In questo senso è inquietante anche la crescita – illegale – della capacità comunicativa del mondo dell’azzardo, in particolare quella rivolta ai più giovani. Dalla pubblicità più o meno occulta nel mondo sportivo, ai pop-up che si aprono e che invitano un dodicenne a scommettere la propria paghetta, ai falsi siti giornalistici, utili solo a propagandare l’azzardo, alla costante promozione del trading online, spesso un succedaneo dell’azzardo. Affermare il divieto assoluto di pubblicizzazione dell’azzardo dovrebbe essere un obiettivo di tutta la politica. L’obiettivo non deve essere quello di vietare l’azzardo, ma quello di contenerlo, riportandolo a numeri accettabili e ovviamente quello di farne rispettarne i limiti. Anche per questo sono importanti le azioni a livello locale come il distanziamento di ogni forma d’azzardo dai luoghi sensibili, a partire dalle Scuole. L’indagine dimostra che trai luoghi pericolosi per i minori ci sono i luoghi “misti”; quelli dove si fa colazione e si gioca alla slot, o dove si comprano sigarette e dolciumi, ma anche Gratta&Vinci e tagliandi del SuperEnalotto. Certamente vanno premiati gli imprenditori che dimostrano senso civico, escludendo l’azzardo dalle proprie attività. Ma allo stesso tempo nessuna tolleranza può esservi per chi sceglie di far crescere l’azzardo in questo territorio. Non lo possono fare le Amministrazioni locali, che debbono far rispettare le norme alla lettera, ma anche qui non scordiamoci dei genitori. Non è più tempo di sottovalutazioni. Qualche mese fa, fuori da un bar carpigiano dotato di numerose e luccicanti slot machine, erano appesi palloncini multicolori. Era una festa di compleanno, con bambini di dieci anni.

Marzio Govoni

Presidente Federconsumatori Modena APS

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