Il 29 maggio abbiamo presentato la seconda edizione del Libro Nero dell’azzardo online, del quale la presente ricerca è un approfondimento. Si tratta di un tentativo di mappare l’evoluzione dell’azzardo nel nostro paese, purtroppo ostacolato dalla sciagurata limitazione posta alla diffusione dei dati della gran parte del gioco fisico, decisa dal Parlamento nel dicembre 2019. Una limitazione, apparsa ai margini della Finanziaria 2020, che sembra non avere padri, tanto che tutte le forze politiche sembrano essere d’accordo nel superare questa norma opaca, che impedisce di leggere e commentare i dati complessivi dell’azzardo, nella loro declinazione provinciale e comunale. Mentre nessuno è in grado di spiegare i motivi veri di tali limitazioni, l’area di opacità si allarga, proprio in corrispondenza della costruzione di nuove norme, che sulla base degli annunci, sembrano corrispondere appieno ai desiderata delle multinazionali dell’azzardo. Demolizione del ruolo delle Regioni e dei Comuni, in cambio di risorse economiche per le loro sempre più problematiche casse. L’azzardo in questi anni è stato una “risorsa” in caso di terremoti e alluvioni; rischia di diventarlo anche a fronte di Finanziarie che tagliano i trasferimenti agli Enti Locali. Tutto questo nonostante i gravi problemi di legalità che ci sono, innegabilmente, attorno al gioco legale, a partire dal riciclaggio di capitali sporchi.
Perché i Comuni italiani sono centrali in ogni tentativo di contenere l’azzardo. Non a caso la parte del Libro Nero che ha fatto più rumore, in entrambe le edizioni, è stata quella dedicata ai Comuni italiani. Tante le realtà dove era ignota o quasi l’esistenza di una emergenza azzardo, almeno di quello online. Tanto lo stupore quando i numeri risultavano inspiegabilmente enormi; reazioni a volte di incredulità, da parte di Sindaci e Amministratori. Ma c’è anche chi ha organizzato immediatamente iniziative di approfondimento e sensibilizzazione nel proprio Comune, chi si è interrogato su quei numeri e sulle azioni per ridurli, chi ha inserito il rapporto tra gli elementi che parlano del livello di legalità in quel territorio. Poi ci sono alcune Aziende Usl, che lavorano con passione alla cura delle persone con disturbi da gioco d’azzardo, che hanno promosso seminari attorno a quei dati, e che ringraziamo. Tra i motivi per i quali si ostacola la pubblicizzazione dei numeri dell’azzardo c’è questo: 150 miliardi (il giocato complessivo annunciato da ADM per il 2023) è un numero talmente grande che diventa astratto, comunque lontano. Se invece si esamina la propria città, il proprio paese, se si studia quanto viene speso e perso nelle Slot, nel gioco online, nel Gratta&Vinci, inevitabilmente si dà corpo e sangue a quei numeri, se ne intuisce l’enormità e le anomalie, laddove presenti. Il Libro Nero aveva esaminato i numeri delle regioni, delle provincie e dei comuni a partire dai 10.000 abitanti. In questo rapporto abbiamo invece approfondito i dati, mai esplorati in precedenza, dei 3.232 comuni italiani tra 2000 e 9.999 abitanti, corrispondenti ad un quarto della popolazione italiana e al 41% dei comuni. Non ne è risultato un semplice gioco matematico; se mediamente si gioca di più nei medi e grandi centri, la quantità di anomalie nella fascia dei piccoli comuni è decisamente superiore.
Nei piccoli centri si gioca di meno, ma sono maggiori le anomalie. Se si esaminano tutti i comuni italiani, a partire da 2.000 abitanti e fino ai 2,7 milioni di Roma, e si analizzano i primi 50 per dimensioni del giocato online procapite (in età 18-74 anni), si scopre un dato singolare. Sono 43 i comuni che si posizionano al di sotto dei 10.000 abitanti, 5 quelli tra 10.000 e 20.000, 2 quelli superiori a 20.000 (Martina Franca con 47.000 abitanti e Formia con 37.000). Siamo molto lontani dalle proporzioni demografiche, e si evidenziano maggiori anomalie nella fascia oggetto di questa indagine. Decisamente i piccoli paesi d’Italia non sono esenti dai problemi portati dall’azzardo. Anzi, a ben guardare ne hanno qualcuno in più. Non solo il Sud. L’incredibile record di tre piccoli comuni del Nord. La regione che spende meno nel gioco online è, nettamente, il Veneto. Treviso, Padova, Vicenza, Belluno e Rovigo occupano gli ultimi cinque posti nella classifica delle province italiane per dimensioni dell’azzardo online, tutte al di sotto dei 1.000 euro pro capite (fascia 18-74 anni). Padova, con 960 euro giocati nel 2023, è lontanissima dagli oltre 3.200 euro di Messina, Palermo e Siracusa. Ciò nonostante è in provincia di Padova il comune dove si è giocato di più online nel 2023. Sono molteplici le anomalie di Anguillara Veneta, comune di 4.161 abitanti a fine 2023, noto alle cronache per aver concesso la cittadinanza onoraria all’allora Presidente del Brasile, Bolsonaro. Nel 2022 si registrava ad Anguillara un dato di poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro. Nel 2023 sono spuntati all’improvviso 40 milioni di euro, accuratamente riportati nelle tabelle dell’Agenzia Dogane e Monopoli, che hanno portato il piccolo comune all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, quasi 14 volte la media provinciale. Ogni abitante di Anguillara ha così investito nell’azzardo online quasi 1.100 euro mensili. Pressoché identica la condizione di Calliano, provincia di Trento, 2.038 abitanti, che passa dai 1.196 euro del 2022 ai 12.749 euro del 2023, 12 volte la media provinciale. E’ un terzetto tutto del nord, quello che comanda la classifica, con Moniga del Garda al terzo posto, con 11.402 euro, ma qui va detto che anche i numeri dell’anno3precedente erano vistosi, con 6.783 euro. La provincia di Brescia segnala, anche in questa indagine, la necessità di approfondimenti su alcuni dati. Nei primi 10 comuni della nostra classifica ben 6 sono del nord. Nei comuni sopra i 10.000 abitanti erano 5, ma nei primi 100.
Saluti da Capri. Esiste un intreccio tra azzardo online e turismo? Va ricordato sempre che l’azzardo online, con poche eccezioni, identifica la residenza della persona che sta giocando. E’ del tutto indifferente quindi che il luogo in questione sia attraversato da imponenti flussi turistici. Una controprova possono essere i dati di Venezia (250.000 abitanti, 228 mln di euro raccolti nel 2023 e un dato procapite di poco al di sopra del contenuto dato medio regionale); realtà che ogni anno ospita 14 milioni di turisti. Nel costruire questo rapporto abbiamo notato tra i dati più complicati, con un certo stupore, una anomala presenza di piccole città ad economia turistica. Sono assolutamente vistosi i dati di Capri, che nel 2022 era già ai primissimi posti, con 7.913 euro pro capite, che salgono a 9.503 nel 2023. Un dato al quale va aggiunto l’importante (ma non pubblicabile) dato dell’azzardo fisico, per la riduzione del quale va segnalato l’impegno dell’amministrazione locale. Anche il limitrofo comune di Anacapri è nella classifica, con quasi 5.000 euro. Tante le città di mare, come Portovenere (Sp), Lacco Ameno (Ischia, Na), Amalfi (Na), Peschici (Fg), Otranto (Le) e altre ancora. Davvero sorprendente la ricca presenza di paesi che si affacciano sul Lago di Garda (Moniga, Brenzone, Malcesine) e sul Lago di Como (Gravedona e Uniti, Dubino). L’ipotesi che si può avanzare è che una parte del ricavato dell’economia turistica, in particolare la vasta area di irregolarità di questo settore, venga riciclata nell’azzardo online. Oppure questi numeri corrispondono a fortissimi giocatori, anche uno soltanto per paese; si tratterebbe di professionisti esentasse, il cui bilancio, a fine anno, anche nel migliore dei casi, sarebbe comunque negativo.
Il Sud. Si confermano i gravi problemi di legalità di larghe parti del territorio. Al netto dei dati sorprendenti di alcuni comuni del nord sono le Regioni del Sud a registrare il colore nero nella nostra mappa della diffusione dell’azzardo, anche nei piccoli centri. Nell’elenco dei comuni che fanno registrare almeno il doppio della media nazionale sono dieci i Comuni palermitani, nove quelli di Messina e Lecce, otto di Cosenza, sette di Napoli, sei di Salerno e cinque di Vibo Valentia. Chi si volesse cimentare con le mappe delle Regioni del Sud, che accompagnano questo rapporto, intrecciandole con quelle del Libro Nero, avrà la conferma che l’azzardo online registra i numeri più elevati nelle aree a maggiore concentrazione della malavita organizzata. “In Italia una quota consistente dell’azzardo legale online è da far risalire, con evidenza, all’utilizzo di questo canale, da parte delle mafie, come modalità di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Con prudenza ne stimiamo l’entità in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online. Con la sua “convenienza” (ogni 100 euro giocati ne tornano al giocatore mediamente 94, contro i circa 70-75% dei giochi fisici) il gioco online ha probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso AWP e VLT. Un fenomeno certamente ancora esistente, ma difficile da quantificare, stante il divieto di diffusione di dati che andrebbero intrecciati con quelli dei giochi da remoto.” dal Libro Nero 2024.
Che fare? Sgonfiare l’azzardo online, politiche nazionali e locali per il contenimento di quello fisico. In Italia nessun soggetto chiede o ha chiesto di vietare l’azzardo; oltre che impossibile sarebbe anche controproducente, e alimenterebbe il canale illegale. Largo è invece il fronte di chi chiede di contenerlo, esaminando la materia attraverso un bilancio sociale, che metta a fianco delle entrate per la collettività, sotto forma di tasse, anche le uscite. Come i costi sanitari e sociali, gli effetti sui bilanci personali, sulla disgregazione delle famiglie. La normativa introdotta dal Governo in materia di azzardo online è già fallita, almeno nei suoi scopi dichiarati. Il clima oggi è decisamente cambiato. Dopo molti anni torna la pubblicità dell’azzardo sulle maglie delle squadre di calcio, che saranno indossate dai nostri ragazzi, che già oggi hanno una familiarità eccessiva con l’azzardo, fisico e online. I nomi delle multinazionali dell’azzardo campeggeranno sui giornali, in TV, ovunque. Ed è solo l’inizio. Tutto questo mentre personaggi legati a doppio filo al mondo dell’azzardo lavorano incessantemente a norme che vogliono demolire il ruolo di Regioni e Comuni. In nome della libertà d’impresa si lavora alla riduzione ai minimi termini dei distanziometri, delle limitazioni d’orario, si lavora alla crescita dell’offerta e dei luoghi dove esercitarla. Non a caso questo è un settore dove mancano serie politiche europee, e dove la lobby dell’azzardo in Italia è molto ascoltata, nel Governo e nel Parlamento, non solo nella maggioranza. Non è mai stato così debole il fronte di chi crede nel contenimento dell’azzardo, non è mai stato così forte il rischio di un imbarbarimento ulteriore non solo del nostro Paese, ma anche dei nostri paesi, grandi e piccoli.