Lo dico subito: questo non è un manuale utile a far la spesa nel negozio più conveniente. Il corretto utilizzo di questi dati è un altro, sicuramente meno semplice: quello di descrivere, anche attraverso i prezzi praticati, lo stato della distribuzione organizzata nella nostra provincia. E gli effetti di quello stato sulle condizione economiche dei cittadini e delle cittadine modenesi. Uno stato che dovrebbe interessare molti, visto che questa è una analisi unica nel panorama nazionale. Unica perché nessuno dei pochi che si azzardano a tentare questo lavoro si spinge al di là dei prezzi applicati nel comune capoluogo, e nessuno scende così in profondità in una analisi complessa, che richiede mesi di lavorazione dopo la raccolta dei dati. Quest’anno sono 52 i punti vendita monitorati in 15 comuni modenesi, rappresentativi di tutti i distretti. Un Osservatorio neutrale, il nostro, ma assolutamente non neutro. Che sollecita una analisi politica, azioni concrete, iniziative pubbliche, in particolare laddove si manifestano aree di crisi e problemi da affrontare. Quali sono quindi gli aspetti principali che emergono dalla analisi 2019? Eccone alcuni in grande sintesi. – Si registra a Modena, tra settembre 2018 e settembre 2019 un aumento dei prezzi più che triplo rispetto all’indice nazionale (0,7% a Modena, 0,2% nazionale). Numeri piccoli ma che debbono preoccupare. – Si evidenzia la progressiva crisi di una parte delle insegne che operano nel commercio di vicinato, con una ulteriore crescita del divario con il resto del sistema. Una situazione che danneggia soprattutto la fascia più debole, gli anziani e le persone a bassa mobilità. – Anche nella nostra provincia continua l’inarrestabile crescita delle diverse tipologie di discount, ormai non distante dal 20% del mercato, con un prodotto su quattro che viene venduto in queste realtà commerciali (Fonti Istat). – I differenziali interni tra insegne, vale a dire i prezzi applicati sui medesimi prodotti dalla stessa insegna, in tipologie di negozi simili ma in Comuni diversi. Un esempio: in due ipermercati della stessa catena, a 30 km di distanza, il costo del prodotti freschi registra una differenza del 17,6%. Una differenza più contenuta (4,5%) ma comunque eccessiva, anche nel paniere Grandi marche. Bisogna indagare questi differenziali, che seguono con precisio-ne quelle “faglie” che dividono i territori a buona ed alta competizione da quelli a me-dia e bassa. – Proprio il cuore della nostra analisi è la misurazione del livello di concorrenza tra insegne e nei territori. Una concorrenza che, quando è alta, determina grandi benefici per le famiglie, e quando è scarsa o assente danneggia i consumatori. Un esempio concreto: una famiglia che effettua la spesa nel negozio più conveniente di Finale Emilia spende il 10,7% in più rispetto al punto vendita più conveniente di Fiorano (Carrello Grandi marche). Secondo le nostre stime si traduce in una maggior spesa annua di 595 euro, una differenza di circa 6 settimane di spesa in un anno. Infine, a chi servono questi dati e le analisi che ne conseguono? 5 Il Presidente di Federconsumatori Modena Marzio Govoni Ovviamente ai Consumatori, ovviamente agli operatori dell’Informazione, che in questi anni hanno garantito una forte attenzione all’indagine di Federconsumatori Modena. Da quest’anno chiediamo che cresca l’attenzione da parte delle Amministrazioni Lo-cali. Una attenzione che non è mai mancata da parte della Regione Emilia Romagna, che ha inserito l’Osservatorio nell’ambito del Progetto Regione 2019. E’ non è mai mancata nemmeno da parte dei Comuni di Sassuolo e Soliera, che anche quest’anno hanno contribuito ai costi che Federconsumatori Modena sostiene per una indagine complessa e utile, che compie quest’anno il quarto di secolo. Può essere indifferente ad un Comune l’esistenza di una condizione di svantaggio dei propri cittadini nell’accesso al consumo? Difendiamo tutti l’esistenza dei negozi di vicinato. Ma se i prezzi in quei negozi deragliano, e non possiamo raggiungere la grande struttura in periferia, cosa possiamo fare? Il ruolo di un Comune è solo quello di concedere licenze, o deve anche interrogarsi sugli effetti delle sue scelte? Quali sono ad esempio i costi, personali e sociali, della “mobilità commerciale” causata dal livello di prezzi eccessivo praticato in un quartiere, in un Comune od in un’intera area della provincia? Oggi registriamo che il 48% dei cittadini della nostra provincia risiede in Comuni a scarsa competizione commerciale. Che non vuol dire necessariamente che non ci siano sufficienti strutture commerciali, ma quelle che ci sono, in quei Comuni, non competono a sufficienza tra di loro. Molte domande, molte questioni non banali da declinare. Temi nuovi, poco affrontati, che diventano a partire da questa indagine l’impegno che Federconsumatori assume con i cittadini e le cittadine della nostra provincia.
Il Presidente di Federconsumatori Modena
Marzio Govoni
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