Al momento stai visualizzando 3° RAPPORTO SULL’AZZARDO LEGALE NELL’UNIONE TERRE D’ARGINE

TERRE D’ARGINE, I NUMERI (E NON SOLO) DELL’AZZARDO.

Siamo ormai alla terza edizione del rapporto sull’azzardo nel territorio dei Comuni delle Terre d’Argine. Il rapporto è una delle molte azioni previste dall’innovativo Progetto “Un Argine all’azzardo”, voluto dall’Unione a partire dal 2023. È noto il peso dell’azzardo in un territorio che, con il Distretto ceramico, registra da anni dati complicati a livello provinciale, segnalandosi a livello regionale come una delle aree in crisi d’azzardo. Diverse le ragioni; tra queste la rete ipertrofica dell’azzardo fisico di Carpi, con il suo potere attrattivo, oltre che per i Comuni dell’Unione, anche per i distretti vicini.

La continua crescita dell’azzardo in Italia. Nel 2015 l’azzardo legale registrava in Italia una raccolta complessiva di 88 miliardi; nel 2024 si stima una raccolta di 160 miliardi, con un incremento nel decennio di oltre l’80%. La principale causa di questa incredibile crescita è l’azzardo online, cresciuto quasi del 400% in dieci anni. Dopo il pesante arretramento portato dalla pandemia, l’azzardo fisico, in particolare le slot machine, sta lentamente tornando ai numeri precedenti. Molteplici le cause di questo fenomeno; pesa l’irruzione dei “nativi digitali” in questo mercato, ma va anche segnalato il possibile trasferimento, dal canale fisico a quello online, di una parte del riciclaggio di capitali sporchi e malavitosi, come segnalato da diverse fonti. Comunque, una crescita i cui effetti sono evidenziati dalla crescita del sovraindebitamento delle persone e delle aziende, e contestualmente dell’usura, dalle crisi economiche personali e familiari, associate ai problemi portati dall’erosione dei redditi reali. È ampiamente provata la relazione inversa tra la situazione socioeconomica e l’incremento della raccolta nei giochi d’azzardo. Alle difficoltà si risponde con atteggiamenti irrazionali, come investire le proprie poche risorse nel tentare la fortuna. L’azzardo è un elemento di mantenimento delle diseguaglianze, anzi le accresce, colpendo in particolare le fasce più deboli della popolazione e rendendole ancora più deboli. Dopo il biennio pandemico tornano a crescere anche i dati sanitari, che non sono oggetto del presente rapporto. Purtroppo, soltanto una parte minore delle persone con disturbi da gioco d’azzardo si orienta verso la cura di una patologia da tempo riconosciuta come tale.

Una valanga di soldi persi nelle Terre d’Argine. Tra 265 e 268 milioni giocati nelle mille forme dell’azzardo nei quattro Comuni. Una cifra che corrisponde quasi al 90% della spesa alimentare. Sono quasi 3000 gli euro giocati da ogni residente maggiorenne. Sono 48 i milioni di euro persi nei quattro comuni, buttati nel pozzo dell’azzardo. Pensate, corrispondono all’intero salario di 2800 lavoratori e lavoratrici dipendenti a tempo pieno. È come se si azzerasse il reddito annuale da lavoro dipendente di una intera città come Campogalliano.

Si riduce, di poco, la spesa in azzardo nell’Unione. Le anomalie dell’online. Un dato inatteso e positivo è quello della riduzione dei volumi complessivi dell’azzardo nelle Terre d’Argine nel corso del 2023. Certo, si tratta di una contrazione di solo il 2%, ma comunque in controtendenza coi dati della grande parte d’Italia. Una riduzione causata però da un unico fattore: la forte riduzione del giocato online a Carpi. Rispetto all’anno precedente il calo è del 23%, pari a ben 20 milioni di euro. Carpi torna poco sopra i numeri del 2021, comunque più che doppi rispetto a quelli del 2019. Numeri che non sono coerenti con quelli di Soliera, che cresce del 20% (+2,35 milioni) e Novi (+3,72 milioni), dove la crescita raggiunge il +34%. Solo Campogalliano registra un modesto calo del 2% nell’online. Cos’è successo? Nel precedente rapporto ipotizzavamo che la crescita del 165% del gioco online nel Distretto, tra 2019 e 2022, non potesse essere giustificata soltanto con i limiti portati dalla pandemia al gioco fisico, o per la innegabile crescita della propensione al gioco online di una parte della popolazione, in particolare giovanile. Il sorprendente dato del 2023 di Carpi fa intuire che una parte significativa del gioco online del distretto potrebbe essere ricondotta alla disponibilità di capitali che, per svariati motivi, sfuggono al fisco. Capitali che, grazie ai meccanismi laschi del gioco online, possono facilmente essere ripuliti, anche attraverso l’utilizzo di prestanome. Certo, nelle Terre d’Argine siamo lontanissimi dai fenomeni estremi registrati in intere regioni del Meridione, ma comunque si tratta di segnali da non sottovalutare. La provenienza di questi capitali potrebbe essere ricondotta ad attività malavitose e/o a quella parte di economia con importanti tassi di irregolarità, come edilizia, servizi e laboratori artigianali di fornitura al settore tessile e abbigliamento. Un settore quest’ultimo dove è presente in modo importante una parte della comunità cinese, storicamente attiva anche nella gestione dell’azzardo di questo territorio. Il gioco online è un luogo ideale per ripulire denaro sporco; la percentuale di “restituzione” al giocatore è vicina al 95%, contro il 70-75% dei giochi fisici. Inoltre, è facile utilizzare identità altrui, al momento dell’apertura di un conto gioco; cosa che può accadere con un minore che utilizza i documenti della nonna, oppure con l’abuso d’identità di uno straniero .Se la riduzione di 20 milioni del gioco online a Carpi consegna un dato positivo, in un altro comune il segno è decisamente diverso. A Novi bisogna porre attenzione alla forte crescita dell’online, quadruplicato in cinque anni; in una città dove l’offerta di azzardo fisico è modesta (tanto che il 76% dell’azzardo gira sul canale online, contro il 32% di Carpi) l’online pro-capite sfiora ormai i 2.000 euro pro capite, contro i 1.246 di Carpi. Anche la crescita dei numeri di Soliera deve essere posta sotto attenzione, stante il quasi raddoppio in cinque anni. Campogalliano, con 1.516 euro pro capite, conferma la seconda posizione nell’Unione, con l’online che rappresenta il 54% della “torta” complessiva dell’azzardo comunale. Anche qui il raffronto con il 2019 consegna un preoccupante +147%, ma soprattutto l’anomalia di Campogalliano è il forte peso, trai giochi online, del Betting Exchange, ben cinque volte maggiore della media dell’Unione. Si tratta del gioco più discutibile, meno trasparente, e contemporaneamente quello meno tassato. In diversi hanno ipotizzato che il Betting Exchange sia, coi suoi 2,2 miliardi di giocato a livello nazionale, uno dei luoghi preferiti dalle mafie per il riciclaggio. Il dato di Carpi cambia in meglio anche la posizione dell’unione nella geografia regionale, rispetto ai sette distretti con dimensioni di popolazione similari; le Terre d’Argine scivolano a centro classifica, lontane da Sassuolo e Riccione e distantissime dal Distretto più critico, quello bolognese di Reno, Lavino e Samoggia.

Nelle Terre d’Argine cresce il gioco fisico. Nel 2023 ai numeri in arretramento del gioco online fa da contraltare il dato in crescita del complesso dei giochi fisici. Stante il divieto di pubblicazione dei dati, che rispettiamo, stimiamo una crescita del 5-6% delle già significative cifre spese in azzardo fisico nel distretto. Una tendenza che smentisce le letture che prevedevano una progressiva riduzione dei giochi fisici, in realtà ormai prossimi a riconquistare i numeri del periodo precedente la pandemia. Ancora di più, nelle Terre d’Argine, il gioco fisico rappresenta, sulla base delle nostre stime, il 61,4% dei 113 milioni “investiti” in azzardo. Molto lontano dal sorpasso dell’online, avvenuto a livello nazionale, ma non ancora in Emilia-Romagna. Trai numeri che possono essere pubblicati troverete in dettaglio quelli del Gratta & Vinci. È l’azzardo più sottovalutato, tipico della popolazione a basso reddito, ben diffuso tra gli anziani, ma gradito anche dalle ragazze. Tipica è l’incapacità dei giocatori di fare il bilancio di tanto grattare; si ricordano solo le piccole vincite, immediatamente reinvestite e perse. 22,1 milioni giocati, con 245 euro mediamente giocati dai residenti nell’Unione, corrispondenti a 50 “grattini” pro capite. Cosa che vuol dire che i giocatori reali ne acquistano mediamente 500. Il record, come sempre, è a Campogalliano (395 euro pc), anche a causa delle strutture autostradali presenti nel territorio, ma resta da spiegare quel + 40% sul 2019. Si perde tantissimo con il Gratta & Vinci; nel 2013 quasi il 29% di quanto giocato.

Le prospettive. Una fase difficile. È una fase davvero molto difficile per chi chiede da tempo, come la Campagna “Mettiamoci in gioco”, un contenimento dei volumi anomali dell’azzardo nel nostro Paese. Una recente Legge nazionale ha escluso qualsiasi ruolo degli Enti Locali in materia di azzardo online. Oggi si fa largo l’ipotesi di una Legge nazionale sul gioco fisico che, in nome della libertà d’impresa, toglierebbe alle Amministrazioni Locali, Regioni e Comuni, ogni competenza in materia di azzardo. Si toglierebbe ad un Sindaco, ad un Consiglio Comunale, ad una comunità la possibilità di contenere l’azzardo, attraverso la riduzione ai minimi termini del distanziometro, (che fino ad oggi, nella nostra Regione, ha permesso di regolare il numero delle sale d’azzardo) e vietando di agire localmente sugli orari di apertura. Inoltre, si prevede l’abrogazione del fondo specifico nazionale destinato alla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo, con il quale l’Unione delle Terre d’Argine ha potuto dare vita al Progetto “Un Argine all’azzardo”. Da più parte si levano proteste, da più parti si chiede che venga messa al centro la tutela della Salute pubblica, prima di ogni altra cosa. Ma i segnali negativi sono davvero tanti e i rischi moltissimi. Conviene in questa fase porre una maggiore attenzione a quanto sta accadendo sul fronte dell’azzardo, da parte di tutti.

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