TORNIAMO A PARLARE D’AZZARDO
Il secondo rapporto sul gioco d’azzardo legale in provincia di Modena fotografa, e in alcuni casi cerca di prevedere, i cambiamenti impetuosi in atto in questo settore. Perché prevedere? Va sempre ricordato che dal 2019 sono state introdotte norme, e adottati comportamenti, che limitano fortemente la diffusione di dati che dovrebbero essere pienamente pubblici, disponibili ad analisi e confronti. Invece, chi oggi cerca di interpretare questa fase sociale ed economica anche attraverso lo specchio dell’azzardo si trova costretto a complessi atti amministrativi per ottenere una parte di dati, ad eccezione di quelli segretati; tra questi quelli delle “macchinette”, delle AWP e VLT, suddivisi per Comune.
Siamo immersi in una crisi lunghissima. Prima due anni di pandemia, con il Paese fermo per mesi, quindi un anno di crisi economica, iniziata prima della guerra in Ucraina, che sta causando una pesante erosione del potere d’acquisto dei redditi da lavoro e pensione. Alla crescita del disagio sociale ed economico corrisponde una crescita rilevante del gioco d’azzardo. Si evidenzia una relazione inversa fra la situazione socioeconomica e quanto viene giocato. Una dinamica alimentata anche dalla grande pubblicizzazione del gioco d’azzardo e dall’illusione che una vincita possa risolvere in un sol colpo i problemi economici generati dalla crisi.
Nel 2021, ultimo anno con dati certi, è stato stabilito il record nazionale di giocate, con 111 miliardi di euro; un dato clamoroso, perchè ottenuto nonostante la chiusura di sei mesi di gran parte del gioco fisico, con le sale gioco che hanno riaperto al pubblico solo il 21 giugno. Ma sono le previsioni per il 2022 che sconcertano e preoccupano con il possibile superamento dei 140 miliardi complessivi e con una crescita di quasi il 30% sull’ultimo anno prima della pandemia. Cos’è successo? Da una parte il ritorno del gioco fisico ai livelli del 2019, forse oltre; dall’altro il clamoroso boom del gioco on line, che ha largamente sorpassato quello fisico nel dato nazionali e sul quale si dilunga il nostro rapporto.
E nella provincia di Modena? Nel modenese si gioca tanto, tantissimo: 1,15 miliardi nel 2021 (1.936,88 euro ogni residente maggiorenne), oltre 1,5 miliardi nel 2022, forse addirittura 1,75. Quando i numeri sono enormi possono dire poco; proviamo a tradurli in concreto. Se prendiamo tutti i redditi dei modenesi nel 2021, da lavoro autonomo, da lavoro dipendente e da pensione, quanto giocato corrisponde ad un mese di reddito generale. In provincia di Modena fino al 31 gennaio, San Geminiano, tutto il reddito è andato “investito” nei giochi d’azzardo. Nel 2020 questa soglia era al 25 gennaio. Ma non è tutto, se fossero confermate le ipotesi più pessimistiche nel 2022 potremmo registrare il grande balzo verso il 14 febbraio, San Valentino.
A Modena registriamo alcune anomalie rispetto ai dati regionali e nazionali. La prima è che nella nostra provincia non è ancora avvenuto (per poco, nel 2021) il sorpasso del gioco online sul gioco fisico; è il segnale dell’esistenza di una vastissima rete di luoghi dove è possibile giocare fisicamente d’azzardo. La seconda anomalia riguarda il capoluogo; Modena e Reggio sono le due uniche città dell’Emilia Romagna dove la media del giocato online è inferiore, anche se di poco, alla media provinciale. Tale dato, unito alle stime sul giocato fisico, è il segnale dell’esistenza nella nostra provincia di due piccole Las Vegas: Carpi e soprattutto Sassuolo. Le due città sono certamente poli d’attrazione extracomunali, ma vanno notati i numeri del gioco da remoto, che si riferiscono ai soli residenti. Anche qui si evidenzia, al netto delle anomalie di alcuni comuni, di cui parliamo nel rapporto, la realtà di Sassuolo con un dato che la pone al di sopra dei 1.700 euro di giocato on line procapite (classe di età 18-74 anni). Va detto che sul gioco on line e sulla sua esplosione siamo tutti impreparati. Lo sono le Amministrazioni locali che in questi anni hanno lavorato al contenimento del gioco fisico, anche attraverso l’applicazione delle norme regionali; lo sono quelli che operano attorno agli effetti perversi dell’azzardo, a partire dalla Sanità pubblica, dall’associazionismo. Nessun controllo sociale, nessuna norma che può all’apparenza limitare l’on line; un’area di giocatori e giocatrici che cresce, conquistando la parte più giovane, i nativi digitali. E contemporaneamente, anche a Modena, l’on line non sostituisce il gioco fisico, ma lo affianca, con tanti giocatori attivi su entrambi i canali. All’opposto dell’on line c’è a Modena il gioco più visibile, ma che nessuno vede nelle sue reali dimensioni: il Gratta&Vinci. Sono 614 i luoghi in provincia dove sono venduti, mentre il giocato cresce del 45% sul 2020; sono 297 gli euro investiti procapite, corrispondenti a 60 “grattini”. Cifre che vanno moltiplicate almeno per 10, se si tiene conto soltanto dei giocatori effettivi, che spesso non hanno contezza delle cifre investite nel gioco che più di ogni altro rende felice il banco, dopo il Superenalotto.
Chi presenta questo rapporto non è proibizionista, non chiede di vietare il gioco d’azzardo e non lo ritiene l’Impero del male. Allo stesso tempo crediamo che chiunque abbia a cuore il Bene pubblico deve occuparsi di azzardo, di azzardopatia, degli effetti del gioco sui bilanci, non solo economici, personali, familiari e collettivi. Deve aspirare alla redazione di un bilancio sociale sugli effetti dell’azzardo, i cui costi ricadono su tutti, non solo sui giocatori. Deve chiedere che i dati e i numeri siano liberati da segretezze senza senso. Deve operare perché che se ne parli di più e meglio, evitando che emerga soltanto il caso su un milione: quello dell’uomo di passaggio che in tabaccheria ha vinto una somma enorme, mentre nessuno parla dei milioni di persone che hanno perso, insieme, somme infinite volte più grandi.
Un bilancio sociale è difficile, lo sappiamo. E’ facile calcolare le entrate in tasse per lo Stato, o dire che l’azzardo legale rappresenta il 7% del PIL; molto più difficile calcolare il costo di una famiglia che si disintegra, di una azienda che fallisce, di un lavoro perso, di una depressione. Difficile calcolare i costi sostenuti dal Pubblico, che si deve occupare di chi si ammala, di chi ha bisogno di assistenza, di chi è disoccupato. Il nostro secondo rapporto, con tutti i suoi limiti, può aiutare chi vuole tornare a parlare di azzardo, senza moralismi, ma senza nascondere una realtà sempre più cruda, sempre meno luccicante.
Federconsumatori, Arci e Acli dedicano questo secondo Rapporto sul gioco d’azzardo nella nostra provincia alle
ragazze ed ai ragazzi modenesi.
Marzio Govoni
Presidente Federconsumatori Modena APS
Anna Lisa Lamazzi
Presidente ARCI Modena
Silviana Siggillino
Presidente ACLI Modena