Al momento stai visualizzando PANE E AZZARDO 2: NUMERI E PROBLEMI IN EMILIA ROMAGNA

L’iniziativa “Con l’azzardo non si gioca. Problemi e numeri in Emilia Romagna”, tenutasi mercoledì 29 gennaio a Bologna, con la presentazione della seconda indagine regionale sul gioco d’azzardo accende i riflettori sull’allarme sociale causato dall’azzardo.

Federconsumatori, CGIL e la Campagna Mettiamoci in gioco, in collaborazione con la Fondazione Isscon, hanno presentato la seconda edizione del rapporto “Pane e azzardo”, dedicato all’evoluzione dell’azzardo legale in Emilia-Romagna. Un rapporto che è un unicum a livello nazionale, l’unica occasione per esaminare in dettaglio il peso dell’azzardo in una Regione e nei Comuni che la compongono. Un rapporto che si concentra sul canale online, ma che fornisce anche valutazioni e stime rispetto al gioco fisico, i cui numeri di dettaglio sono incomprensibilmente vietati, nella loro diffusione, dal 2020. È un grave errore, che rende complessa la ricostruzione di cos’è davvero oggi in Italia l’azzardo legale. La mancanza di trasparenza, il divieto di diffusione dei dati comunali, e al loro interno delle analisi sulle infinite forme dell’azzardo, sono elementi che danneggiano tutti coloro che operano per il contenimento dei danni dell’azzardo. Diverse le novità che caratterizzano questa seconda edizione: il fenomeno viene declinato anche sui 38 distretti sanitari regionali e, nella parte finale, sono disponibili schede riassuntive a carattere provinciale, che ne facilitano la lettura. Infine, sono numerose le mappe territoriali che evidenziano le provincie, i distretti ed i comuni in “crisi d’azzardo”.

Una preoccupazione data dai numeri – in continuo ed esponenziale aumento anche nella nostra regione – delle stime del gioco e delle pesanti ricadute in termini sanitari, economici e sociali della dipendenza dal gioco, sempre più diffusa e trasversale. Ma non è solo l’azzardo patologico a preoccupare: è noto infatti il frequente intreccio con la criminalità organizzata, che spesso utilizza il gioco per riciclare denaro frutto di attività illecite.

Da qui l’impegno delle organizzazioni promotrici nel promuovere dibattito e azioni che possano alimentare consapevolezza, e si traducono nella richiesta forte di un impegno politico a tutela della salute e della coesione sociale. “Impegno ancor più determinante – sottolinea Marinella Melandri della segreteria regionale Cgil – in un contesto nazionale di opacità, in cui le norme ostacolano la conoscenza del fenomeno, anziché favorirla, e sono in discussione provvedimenti che determinerebbero un forte arretramento nel contrasto al gioco di azzardo patologico”.

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