“Ti porteremo alla meta desiderata, a bordo dei nostri pullman, sicuri e confortevoli, attraverso la nostra rete di oltre 400.000 collegamenti giornalieri…” Così esordisce il sito di Flixbus, dieci milioni di passeggeri trasportati nel 2019 in Italia in 500 città. Un incremento di passeggeri del 40% sull’anno precedente; un successo che pare inarrestabile. Un modello di business che ricorda quello di Uber: Flixbus è difatti una struttura leggerissima, che non possiede nemmeno un autobus, con poche decine di dipendenti in Italia. Nei fatti Flixbus è un portale che vende biglietti, che definisce i percorsi, che fa marketing e che ha definito una serie di regole. Che opera stringendo accordi con diversi soggetti del settore (qualcuno dice “strozzandoli”), che rispondono del personale, della manutenzione dei mezzi, del carburante. I costi per i viaggiatori sono competitivi con il trasporto ferroviario ed aereo ed il successo arride all’iniziativa. Ma non tutto funziona: un esempio di quello che non va è sicuramente dato dai casi di abbandono di passeggeri in autostrada. Fortunato sta rientrando da Catania a Bologna con un Flixbus. Alle 12.40 il mezzo si ferma presso l’Autogrill Flaminia Est, in provincia di Rieti. Viene annunciata una pausa di 30 minuti per consumare il pranzo; prima del termine di quel tempo Fortunato torna sul piazzale, scoprendo che il bus è scomparso. Tenta più volte infruttuosamente di contattare l’azienda al numero verde, e quando ci riesce gli viene sostanzialmente detto di arrangiarsi. Fortunato chiede che venga posta attenzione al proprio bagaglio rimasto sul mezzo, ma anche qui non riceve garanzie di sorta. Nessun mezzo pubblico è disponibile sul luogo, peraltro distante da un centro abitato; sono infruttuosi i tentativi di ottenere un passaggio fino a che, grazie alla disponibilità di alcuni Militari, viene portato in una piccola Stazione Ferroviaria, e di qui cambiando più volte treno, via Liguria, riesce a rientrare a Modena alle 22. Quando ricontatta Flixbus scopre che il bagaglio è scomparso, o meglio gli viene detto che Flixbus non risponde dei bagagli abbandonati. Fortunato si rivolge quindi a SOS Turista di Federconsumatori che, faticosamente, contatta Flixbus chiedendo il giusto risarcimento per il proprio assistito. Dopo diverso tempo arriva la risposta dell’azienda, che nega ogni responsabilità ma comunica la disponibilità ad un risarcimento di 100 euro, ben distante dai danni effettivi subiti da Fortunato. Ogni altro tentativo di contatto con Flixbus da parte di SOS Turista non ha successo. L’abbandono di viaggiatori in autostrada, da parte di Flixbus, non è un caso raro. Nelle procedure dell’azienda non è previsto nessun controllo sulla presenza dei viaggiatori al momento della ripartenza, assimilando il bus ad un treno. Ma il luogo dove viene abbandonato il viaggiatore non ha nulla a che fare con una Stazione ferroviaria, da dove agevolmente si può ripartire. Nel tempo sono state numerose le contestazioni a Flixbus, ad esempio sull’inaccessibilità dei mezzi da parte di persone disabili, sulla difficoltà di contatto in caso di problemi, sullo stato di alcuni mezzi e sui comportamenti di alcuni autisti. Tutto risolvibile, se Flixbus dedicasse più attenzione ai propri clienti, e non soltanto agli utili. “Ti porteremo alla meta desiderata….” dice il sito di Flixbus. Nel caso di Fortunato questo non è accaduto, costringendolo a mille peripezie per rientrare a casa a proprie spese, privo di ogni assistenza, con il bagaglio perduto e senza ottenere una minima scusa da parte di Flixbus.
Marzio Govoni
Presidente Federconsumatori Modena APS
6 agosto 2020
“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. Ripartizione 2018”
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