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Una grande novità per il trasporto pubblico: le Amministrazioni locali hanno dato via libera alla costituzione di SETA, azienda unificata del trasporto di Modena, Reggio Emilia e Piacenza.

Finalmente avremo un piano industriale che si porrà come obiettivo il miglioramento del servizio e la diminuzione dei costi.

Avremo risparmi di gestione grazie alla presenza di un unico amministratore, un unico consiglio di amministrazione, un unico Direttore e tante economie di scala.

Avremo quindi un miglioramento della qualità del servizio reso ai cittadini, non saranno più saltate corse, non saranno più lasciati a piedi studenti, gli autobus saranno puliti, le informazioni verranno fornite, le pensiline e l’autostazione saranno decenti e ci sarà una seria lotta alla evasione (dopo le curiose invenzioni di ATCM come gli anziani/sceriffi, gli autobus che non partono, ecc.).

Avremo certamente una revisione della politica tariffaria ridiscutendo gli aumenti che sono stati decisi.

Avremo una seria ed efficiente azienda di trasporto, con personale qualificato, dove la professionalità sarà riconosciuta e valorizzata.

O, almeno, così dovrebbe essere, altrimenti l’operazione annunciata con tanta enfasi sarà completamente inutile per gli utenti, la cui soddisfazione deve essere il primo obbiettivo del trasporto pubblico, il cui stesso nome ricorda la valenza sociale del servizio.

Certo, che sia veramente così, qualche dubbio viene. Il Comitato utenti, che degli utilizzatori è portavoce in forza di una legge regionale, da mesi ha chiesto, con lettera aperta ripresa dalla stampa, di conoscere, per quanto riguarda gli standard di servizio, il piano industriale della costituenda società. Ebbene, non solo ciò non è mai avvenuto, ma quando a giochi fatti viene dato l’annuncio della prossima fusione, la prima affermazione che si legge sulla stampa è la soppressione di nuove corse. Niente male come inizio!

Quello che agli utenti serve è un trasporto pubblico efficiente, senza corse saltate, con strutture di fermata diffuse e ben tenute, mezzi puntuali, adeguati al numero di passeggeri e puliti, ma a chiunque usi l’autobus (e le segnalazioni che lo stesso Comitato raccoglie lo dimostrano) è evidente come troppo spesso tutto questo manchi. Se la nuova società non cambierà il trend (e i primi annunci non vanno esattamente in questa direzione), ogni discorso sullo sviluppo della mobilità sostenibile sarà destinato a rimanere nel limbo delle buone intenzioni. Se poi saranno confermati i tagli al trasporto pubblico locale, allora il discorso sarà definitivamente chiuso e il trasporto pubblico nulla più che un lontano ricordo.

 

Modena, 1 ottobre 2011

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