“Metà prezzo”, “Molto più di metà prezzo”, “ Sconto del 70%”, “Sconto del 50%+50%”.
In attesa di cartelli annuncianti il “Tutto gratis” è il caso di riflettere su questa discutibile modalità di promozione, che da tempo riguarda divani e poltrone. Una riflessione che deve partire dalla multa comminata nel 2014 dall’Antitrust ad uno dei maggiori soggetti del settore, per pubblicità ingannevole. All’epoca l’Antitrust sanzionò con 500.000 euro di multa Poltrone&Sofà, per le continue pubblicità che lasciavano intendere l’imminente scadenza di promozioni, che in realtà avevano una durata illimitata.
Stiamo parlando di diverse aziende, che in gran parte vendono prodotti propri, per i quali è impossibile la comparazione trai prezzi applicati da aziende concorrenti. Quindi il prezzo “intero” è definito dal venditore, è può essere di fantasia; un mero prezzo civetta al quale collegare presunti sconti, che portano in realtà il divano o la poltrona al “normale” prezzo di vendita. Anche perché, va detto, la quasi totalità dei prodotti che vengono venduti risultano in promozione.
Prodotti che cambiano frequentemente nome, ma restano nei fatti gli stessi, con piccole modifiche; questo per evitare fastidiose comparazioni con gli sconti applicati in precedenza. Una modalità di vendita quindi prevalentemente ingannevole, basata sull’innegabile effetto che cartelli come quelli citati hanno sul consumatore.
La pubblicità in questo mondo ha grande rilevanza; si può fare intendere che simpatici romagnoli possano produrre artigianalmente, in cambio di 250 euro, dei divani di qualità, che saranno poi venduti a 500 euro in negozio. Gli effetti perversi dei cartelli sugli sconti sono molteplici: la competizione esasperata sul prezzo ha prodotto un abbassamento della qualità dei prodotti in vendita, non solo in questa tipologia di negozio. Si è fatta strada trai consumatori l’idea che non vi sia un nesso tra prezzo e qualità, a discapito di chi lavora sulla qualità.
Il lavoro nel settore, conseguentemente, è stato letteralmente devastato. Nei distretti dell’arredo, nei capannoni che un tempo ospitavano industrie ed artigiani, qualcuno ha oscurato i vetri; in quei luoghi ditte cinesi lavorano all’assemblaggio di divani a 30 euro l’uno. Lavoro irregolare, condizioni di lavoro pericolose, evasione contributiva e fiscale: ecco cosa può nascondersi dietro ad un prezzo bassissimo. Quindi non si tratta soltanto di pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole, ma di effetti importanti, che pesano sulla qualità del tessuto sociale e sul livello di legalità.
Quando cose dietro ad un divano dal prezzo bassissimo, vero?
FEDERCONSUMATORI MODENA
Modena 4 ottobre 2019
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