Dal 20 al 27 settembre milioni di persone in tutto il mondo si mobiliteranno per il clima nel terzo Global Cimate Strike, al quale anche Federconsumatori aderisce.
Fa sicuramente notizia che proprio a ridosso di questo importante appuntamento il colosso dell’e-commerce Amazon lanci la sua personale ecosfida: l’azzeramento entro il 2040 di tutte le emissioni di carbonio attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile. Al di là dei tempi lunghissimi di un soggetto che al contrario ci ha abituati ad una grande velocità nelle politiche commerciali, è importante ricordare che l’e-commerce sta contribuendo in modo rilevante ad aumentare l’inquinamento atmosferico. “E-commerce” è una parola magica per molti, capace di materializzare in breve tempo a casa o in ufficio l’oggetto dei desideri al prezzo più ridotto possibile. Nell’ultimo anno si stima che 22 milioni di italiani abbiano comprato vestiti, materiale digitale, elettrodomestici, addirittura croccantini per cani comodamente seduti sul divano, aspettando a casa l’arrivo di un pacco. Tutto con un semplice clic. Una comodità che però ha un rovescio della medaglia, troppo sottovalutato: l’impatto con l’ambiente e gli effetti sulle persone. Nel 2018 sono state ipotizzate in Italia tra 230 e 260 milioni di consegne. Milioni di pacchi trasportati esclusivamente su strada con conseguente aumento di emissioni nocive, in particolare nei grandi centri urbani. Secondo uno studio McKinsey, come diretta conseguenza del fenomeno degli acquisti on line, il numero dei veicoli commerciali leggeri venduti in Italia, dal 2009 ad oggi, è più che raddoppiato. Entro il 2050, nelle grandi città, si stima un aumento del 40% di veicoli commerciali circolanti. Il veicolo che trasporta il nostro pacchetto (e a volte solo il nostro pacchetto), non genera soltanto inquinamento, ma aumenta anche i problemi di traffico, provocando un’emissione più prolungata di anidride carbonica da parte dei veicoli congestionati in città. Secondo l’ONU un quarto delle morti premature nel mondo è dovuto all’inquinamento. La pianura padana è il luogo più inquinato del continente, assieme ad alcune zone industriali dell’Est Europa. Per essere consumatori consapevoli dovremmo porci delle domande tutte le volte che compriamo un oggetto in internet. Dove è stato prodotto? Quanti Km dovrà percorrere prima di arrivare a casa mia? Quali saranno gli effetti del mio semplice “clic” sull’ambiente, sull’aria che respiro?
Milioni di giovani venerdì 27 settembre saranno in piazza per l’ambiente. Proprio i giovani sono i primi per acquisti sul web, tanto che per loro si può parlare di un cambiamento strutturale nelle modalità di consumo. Trovare il nesso tra lo scioglimento dei ghiacci in Antartide ed una borsa acquistata su Amazon non è semplice, ma crediamo valga la pena di tentare. Purtroppo, in questo caso, un clic non è sufficiente.
Pamela Bussetti – Federconsumatori Modena
24 settembre 2019