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Premessa

I risultati nella raccolta dei rifiuti a Carpi.
I dati di questo rapporto debbono essere interpretati tenendo un quadro informativo di contesto (utilizzeremo i dati di “Comuni ricicloni, rapporto 2022”). Il distretto delle Terre d’Argine è una punta avanzata nelle politiche di raccolta e trattamento rifiuti nella provincia di Modena, assieme all’ Unione dei Comuni del Sorbara e all’Area Nord. I Comuni di quest’ultima area dominano la classifica regionale della raccolta differenziata, primo fra tutti San Possidonio (92,4% di RD, con 50,7 kg di indifferenziato pro capite prodotti). Rispetto ai Comuni con oltre 15.000 abitanti, la classifica regionale vede in testa Soliera (84,8% di RD) seguita da Castelfranco Emilia (82,6%) e da Carpi (85,1%, 67,8 kg di indifferenziato pro capite prodotti). Concorrono a determinare le performance positive dell’Unione del Sorbara i risultati di Bastiglia e di Bomporto. Per l’Unione Terre d’Argine si evidenzia il dato del comune di Novi di Modena (88% di RD). Recentemente, per i dati sopra evidenziati, il Comune di Soliera è stato premiato per essere il Comune della Regione oltre i 15.000 abitanti con il migliore risultato sia di raccolta differenziata che di produzione della minore quantità di rifiuti indifferenziati portati a smaltimento.
Tutte le eccellenze della nostra provincia, Terre d’Argine, Area Nord, Comuni del Sorbara, applicano ai cittadini la tariffa puntuale, collegata alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti. Aimag, la Multiutility di riferimento per le Terre d’Argine e per l’Area Nord, guida ampiamente le classifiche regionali: nei 12 Comuni serviti sfiora l’87% di differenziata, con una produzione di rifiuti indifferenziati pari a 64,5 kg pro capite.
La comparazione con l’altra Multiutility presente nel territorio, Hera, è possibile solo con riferimento al Report 2021. Nei comuni serviti Aimag raggiungeva l’89% di RD (57,6 kg pro capite di indifferenziata). Hera, registrava nei 134 Comuni serviti in Emilia-Romagna un dato ben più modesto: il 67% di raccolta differenziata e 214,9 kg pro capite portati a smaltimento. Un dato generale, quello di Hera, che vede nel territorio modenese le già citate eccellenze dell’Unione dei Comuni del Sorbara, ma che paga pesantemente la condizione arretrata in essere nei capoluoghi di provincia gestiti, a partire da Bologna (51,4% di differenziata), Modena (60,4%) e Ravenna (61,3%).
Per concludere, sempre con riferimento al quadro informativo evidenziato nel Report 2021, ogni abitante di Modena manda a smaltimento 264,9 kg; nel confronto con San Possidonio (improprio ma efficace) i modenesi producono una quantità di rifiuti indifferenziati quasi sei volte maggiore.

I carpigiani e la raccolta differenziata
Carpi ha iniziato i primi approcci alla raccolta differenziata tramite Porta a Porta nel 2005, per approdare nel giugno 2013. all’attuale modello misto (in prima battuta applicato a tutto il territorio comunale con esclusione del centro storico). Modello che sarà superato entro il 2022 dal porta a porta integrale, già in essere negli altri tre Comuni dell’Unione, con i quali Carpi ha definito, in modo non scontato e assolutamente positivo, comuni politiche tariffarie.
I percorsi carpigiani, a differenza degli altri tre Comuni dell’Unione non sono mai stati semplici. Già nel 2005 la sperimentazione fu rinviata ad un periodo successivo, mentre l’attuale modello, operativo dal 2013, fu accompagnato da non poche polemiche. Questa indagine, che in grande parte si riferisce al giudizio dei cittadini su quel modello, e solo in parte indaga le valutazioni sul nuovo, registra probabilmente le code di quelle polemiche, non ancora del tutto risolte, amplificate dalle preoccupazioni relative ad alcuni elementi che possono acuirsi significativamente nel
passaggio alla modalità di raccolta integrale. Ma ecco, in sintesi, le principali questioni uscite dalla nostra indagine.
I Carpigiani e la raccolta rifiuti: i 5 elementi principali
Il primo elemento è quello del giudizio sul livello generale di pulizia della città, positivo per il 68% dei cittadini. Un buon dato, che va però letto tenendo conto della grande quantità di osservazioni critiche, anche da parte di chi si esprime positivamente. Bene il servizio dei Centri di raccolta, con il 73% di gradimento, ma con una forte richiesta di ampliare gli orari e la gamma di materiali conferibili. Ottimo il giudizio sul servizio a chiamata, con l’81% di giudizi positivi. Il servizio di raccolta stradale, inteso come puntualità e regolarità nella raccolta da parte degli operatori e nel livello di pulizia attorno ai cassonetti, ottiene un significativo 74% di gradimento. Meno brillante, ma comunque valutato sufficiente, il dato relativo a numero verde ed ufficio informazioni. Certamente bisogna fare di più per far conoscere ai carpigiani i regolamenti comunali in materia di agevolazioni, sconti ed incentivi.

Il secondo elemento è il livello di gradimento rispetto alle attuali modalità di raccolta rifiuti, un modello che sta andando in queste settimane a superamento. Il giudizio positivo scende al 65%, lontano dal giudizio ampiamente positivo dei modenesi per il modello di quella città, anch’esso però in fase di superamento. Carpi sconta il fatto di essere “più avanti” di Modena, e bisogna registrare il fatto che non è rientrata del tutto quell’area critica che a suo tempo non apprezzò il modello porta a porta misto introdotto nel 2013. Anche se il 75% dei cittadini dichiara di condividere l’obbiettivo generale di contenimento dei rifiuti le critiche all’attuale modello non sono poche: prima tra tutte la richiesta di una maggiore frequenza nella raccolta e le difficoltà nello stoccaggio domestico dei materiali. Un tema al centro delle critiche al nuovo modello di porta a porta integrale, che affronteremo più avanti.
Il terzo elemento riguarda le aree di crisi, quelle dove si concentrano i giudizi critici dei carpigiani, sino a sfiorare la maggioranza. Il livello di pulizia dei parchi e delle aree verdi viene giudicato negativamente dal 45% dei cittadini. Non bene anche il giudizio sullo spazzamento stradale, di piazze e portici, con un giudizio negativo del 43,3% dei carpigiani. Un giudizio generale molto negativo viene espresso dai cittadini di tre frazioni: Gargallo, Migliarina e San Marino danno una insufficienza su molti degli aspetti indagati, ad eccezione del modello di raccolta stradale. Diversa la condizione di Fossoli e Cortile, più omogenee al resto della città. Forti e generali le critiche sul fenomeno degli abbandoni dei rifiuti, ma con le tensioni più spostate verso l’assenza di senso civico di tanti cittadini piuttosto che nei confronti di Comune ed Aimag. La richiesta è quella, in forma secca, di punire con vigore chi non rispetta le regole. I carpigiani dichiarano di essere pienamente consapevoli dell’importanza della raccolta differenziata, ma contestano le tariffe elevate, e soprattutto l’eccessiva omogeneità tariffaria tra “virtuosi” e “non virtuosi”, tra chi separa accuratamente rispetto a chi non lo fa.
Il quarto elemento è “l’identikit” del carpigiano critico sull’attuale modello di raccolta rifiuti. Si tratta di un’area molto consistente, quasi un terzo dei cittadini, che rischia di crescere ancora nel prossimo futuro. Si tratta soprattutto di uomini e donne in età lavorativa, che considerano il sistema adottato penalizzante per chi ha già molti impegni, ed eccessivamente complesso. Forti anche la contestazione sui costi, sulla pulizia dei parchi, sugli orari dei centri di raccolta e altro ancora. Si tratta di una minoranza consistente che esprimendo i voti più bassi ha portato ad un voto generale sul servizio di igiene urbana, anche se di poco, al di sotto della sufficienza. Per capirci, tra chi si è espresso positivamente sono mancati i giudizi di eccellenza, mentre chi si è espresso negativamente ha spesso scelto il voto più basso. Un risultato, il 5,9 (in una scala da 1 a 10) che non può da solo rappresentare giudizi articolati ed una indagine complessa.
A conferma di una differenziazione anagrafica importante va registrata, infine, l’ampia approvazione da parte di uomini e donne pensionate a tutto il sistema di raccolta rifiuti, compreso, per quanto conosciuto, quello futuro.
Il quinto elemento è il futuro, che per Carpi vuol dire il modello di porta a porta integrale, in corso di introduzione. Alla data dell’indagine la quasi totalità dei cittadini era a conoscenza dei cambiamenti in arrivo, ma i contenuti erano noti soltanto al 60% dei carpigiani. Volutamente non abbiamo chiesto l’espressione di un voto, di un giudizio preciso. Troppo fluida la fase, troppo rischioso estrarre valutazioni in quel momento. Abbiamo preferito indagare il clima, raccogliere valutazioni, anche tramite le risposte aperte. Possiamo dire che la maggioranza dei carpigiani è insoddisfatta per il metodo con il quale si è approdati alla decisione del porta a porta integrale. In particolare, si è contestata l’impossibilità per i cittadini di incidere, di segnalare condizioni specifiche. Si lamenta la comunicazione a decisioni già prese, l’assenza di dibattito in città, il mancato esame di possibili alternative. Si tratta di critiche molto diffuse, anche appassionate, a volte con toni apocalittici, in altri casi di rammarico per una occasione persa. Una condizione questa che potrebbe non essere recuperata, se non in minima parte, dalle assemblee informative in corso nel territorio. Un modello delicato come il porta a porta integrale ha bisogno di una larga condivisione da parte dei cittadini; perché questo avvenga la
partecipazione alla costruzione del percorso deve essere larga, comprendendo anche i soggetti di rappresentanza, quelli associativi e coinvolgendo esperienze come il Controllo di vicinato. A Carpi non è stato così. Le esperienze di porta a porta integrale in città oltre i 50.000 abitanti in Italia sono molto poche (ad esempio Salerno, Cesena, Messina con percorsi spesso non ancora conclusi), mentre le esperienze in quartieri di grandi città (il centro di Bologna) non hanno visto un esito positivo, e saranno riviste. Una realtà territorialmente vicina, di poco al di sotto dei 50.000 abitanti, il Comune di Mantova, ha optato per un modello di raccolta particolarmente interessante e flessibile associato alla tariffazione corrispettiva puntuale. La struttura portante de modello è il porta a porta integrale associato al
potenziamento dei Centri di raccolta e alla possibilità di utilizzare due ecopiazzole attivabili tramite tessera.
Infine.
Il modello deciso per Carpi è ormai partito, e ora deve essere sperimentato; bisogna augurarsi che l’esito sia positivo, in continuità con gli ottimi risultati di Carpi, su questo fronte, nel corso degli anni. La nostra indagine segnala però una crisi con una parte consistente di cittadini, che vanno recuperati, ai quali va data una risposta. Perché questo avvenga è necessaria una fase nuova, che faccia nei prossimi mesi del controllo e delle verifiche un fatto largo. È necessaria una fase che abbia “margini molli”, dove le cose che non funzionano possano essere affrontate e risolte, senza rigidità ideologiche; una fase dove esistano luoghi di confronto, dove i soggetti fino ad oggi non coinvolti possano diventare parte di quel progetto. E contemporaneamente vanno indagate quelle aree critiche (parchi, spazzamento stradale, abbandoni, frazioni) sulle quali si sono concentrate le osservazioni di tanti, anche di chi è soddisfatto per come a Carpi si affronta il tema rifiuti.
È un percorso certamente non obbligato, ma dovrebbe interessare tutti coloro che vogliono evitare che una larga minoranza critica possa diventare maggioranza, su di un tema cruciale per la coesione sociale di un territorio.

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