Al momento stai visualizzando INTERVENTI URGENTI A DOMICILIO, CRESCONO GLI ABUSI.  E’ NECESSARIO UN INTERVENTO LEGISLATIVO

E’ mercoledì, sono le ore 18, Roberto ha un problema legato alla fognatura della propria abitazione, che deve essere risolto con urgenza. Cerca sul proprio smartphone un idraulico di Modena, digitando nel motore di ricerca le parole “idraulico” e “Modena”. Appaiono diversi siti con le due parole assieme, e chiama un numero verde del sito “Pronto intervento idraulico Modena”.

Qui gli confermano che invieranno un idraulico alla sua abitazione, e che il costo di chiamata era fissato in 100 euro, ai quali sarebbe stato aggiunto il costo orario dell’intervento. Nella tarda serata si presentano due soggetti a casa di Roberto; uno soltanto si occupa dello spurgo, mentre l’altro attende nei pressi. L’intervento dura 25 minuti, e mentre il tecnico si allontana Roberto scopre che l’altro soggetto, giunto in auto, non è altro che l’esattore, che gli presenta l’incredibile conto di 976 euro da pagarsi immediatamente sul POS. Alle rimostranze di Roberto il soggetto dichiara che non se ne sarebbe andato prima del pagamento, cosa che effettivamente fa. La prima cosa che Roberto nota è che nonostante avesse contattato una ditta che si dichiarava di Modena, scopriva solo in quel momento che l’intervento era stato fatto da una azienda reggiana (così indicata sulla fiancata dell’autospurgo), e che il nome sulla ricevuta era quello di un soggetto di Fidenza (Pr). I toni si inaspriscono, l’esattore fa una proposta di riduzione del conto a 600 euro, con pagamento in contanti, senza ricevuta. Roberto rifiuta, e posto in una condizione di “minorata difesa” (aveva due figli piccoli in casa, e l’ora era tarda) paga l’intera somma. Il giorno dopo chiama il numero del fantomatico “Pronto intervento idraulico Modena”, che dichiara di essere estraneo ai fatti, e di non essere altro che un call center che si occupa di trovare un soggetto per l’intervento richiesto.

Un call center peraltro privo di indirizzo, di un numero di telefono fisso, del quale è ignoto se operi in Italia o dall’estero, gestore di centinaia di pagine web dove alle parole idraulico, elettricista e fabbro si aggiungono quelli delle province italiane, a volte anche di centri minori. Un call center che poi si occupa, in cambio di una cifra fissa (probabilmente i 100 euro del cosiddetto diritto di chiamata) di vendere ad altri soggetti la chiamata. Soggetti che, come in questo caso, a loro volta rivendono a propria volta la chiamata, quasi sempre a tecnici di scarso o nullo spessore professionale, ma assolutamente spudorati e alquanto ben organizzati.

Come calcolare, all’incirca, il costo dell’intervento? Se viene applicato il diritto di chiamata questo assorbe ogni altra cifra, ad eccezione delle ore lavorate e degli eventuali ricambi. Nel caso dello spurgo di una piccola abitazione è improprio attribuire altri costi fantasiosi. Quindi Roberto doveva pagare una cifra non superiore ai 200/250 euro.

Roberto è uno dei tanti, tantissimi nella nostra provincia, che sono finiti nella rete di questi soggetti, in una attività che si pone all’estremo limite dell’illecito, stante la millantata presenza nel territorio, e l’indicazione di tariffe distantissime da quelle effettivamente richieste. A Roberto si aggiunge S., che per far aprire una porta con un tesserino di plastica ha pagato 600 euro, o E. che per far sgorgare un lavandino ha speso altrettanto, sempre con soggetti di scarsa consistenza, provenienti da fuori provincia, sempre rintracciati tramite un call center che millantava una presenza nel Comune, a volte anche utilizzando un rassicurante quanto falso prefisso 059, generato da un software. Le modalità sono simili, e costante la proposta di uno sconto a fronte del pagamento illecito, ovvero in nero; ma anche quando la ricevuta viene fornita raramente segue l’emissione di una regolare fattura.

Federconsumatori e Adiconsum di Modena chiedono su questo tema l’attenzione della politica; per parte nostra riteniamo che debba essere interrotta la possibilità di “vendere” il contatto con una persona in difficoltà, in emergenza, in una catena dove le illegalità sono numerose quanto implicite in un sistema di questo tipo, che ha come premessa la menzogna di una presenza millantata nel territorio.

Sono comportamenti che non danneggiano soltanto i consumatori, ma anche quella grande maggioranza di operatori che si comportano nel rispetto delle regole. Se c’è qualche Parlamentare di questo territorio interessato ad approfondire, a sollevare il problema nelle sedi opportune, Federconsumatori e Adiconsum sono a disposizione.

Federconsumatori Provincia di Modena APS – Adiconsum Emilia Centrale

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