Al momento stai visualizzando 1° RAPPORTO SULL’AZZARDO LEGALE A VIGNOLA E NELL’UNIONE TERRE DI CASTELLI

Avete presente l’ampliamento del Pronto Soccorso di Vignola? E’ costato alla collettività 1,5 milioni di euro. Sapete cosa costerà il nuovo Istituto L. Spallanzani di Vignola? 3,9 milioni di euro. E quanto sarà necessario investire per l’ambizioso progetto di rigenerazione e riqualificazione del centro storico della città? 4,9 milioni di euro. E infine, qual’é l’importo complessivo delle opere incluse nel programma triennale delle opere pubbliche del Comune di Vignola? 8,2 mln di euro. Tutti questi interventi, pluriennali, se venissero sommati, porterebbero ad una spesa di 18,5 milioni di euro. Una cifra imponente, ma inferiore a quanto giocato dai vignolesi nel solo gioco d’azzardo on line, quasi 23 milioni di euro per il solo 2022. Incredibile, vero? Lo scopo della presente indagine, voluta dal Comune di Vignola, è proprio quello di sollevare l’attenzione generale attorno ad un fenomeno, l’azzardo legale in questo territorio, le cui dimensioni ed i cui contorni non sono sufficientemente conosciuti. Il rapporto si muove all’interno dei limiti posti recentemente dalla normativa nazionale, che vieta la diffusione dei dati di una parte del gioco fisico, quello possibile nelle sale slot e nelle macchinette presenti nei pubblici esercizi. Una limitazione che contestiamo, che riduce di molto l’azione di chi opera per il contenimento dell’azzardo patologico, in primis la Sanità pubblica e le Amministrazioni locali. Questa prima indagine esamina, oltre ai dati nazionali e regionali disponibili, quelli degli otto Comuni dell’Unione Terre di Castelli, anche in rapporto con realtà simili a livello regionale. I numeri sono tantissimi, e le considerazioni tante; e qui cerchiamo di sintetizzare gli uni e le altre. Lo facciamo ricordando che la nostra Associazione, assieme a tanti altri soggetti, non opera per vietare l’azzardo, né tanto meno per “criminalizzare” i giocatori. Federconsumatori opera sul fronte della crescita della consapevolezza che l’azzardo è un problema per tutti; un problema in primis sanitario, con la crescita di patologie, ma anche economico, determinando con troppa frequenza drammi personali e disgregazioni familiari, con i molteplici effetti conseguenti. L’azzardo on-line e quello fisico a Vignola e nelle Terre dei Castelli. A Vignola, nell’arco di quattro anni, il gioco d’azzardo on line è quasi triplicato, raggiungendo nel 2022 la ragguardevole cifra di 22.878.115 euro. A Spilamberto siamo alla quadruplicazione di quanto giocato. A Marano s/P il Poker on line, le scommesse sportive fatte sul pc o sullo smartphone, sono cresciute del 627% tra il 2019 ed il 2022. Nello stesso periodo nell’Unione si è passati da 29 a 81 milioni. Una crescita comune al resto del Paese, ma qui molto più vistosa. Nelle Terre di Castelli, a differenza di gran parte della provincia di Modena, sulla base delle nostre stime, il gioco d’azzardo on-line ha sorpassato il gioco fisico. Si gioca nella propria abitazione, al parco, nella propria auto, al di fuori di quel minimo di controllo sociale esercitato da una vettura parcheggiata di fronte ad una videolottery, ad una sala Bingo, o attorno ad una macchinetta in un bar. Se da questi dati passiamo alla media pro capite di quanto giocato online negli otto comuni troviamo alcune anomalie: il modesto dato di Guiglia, 299 euro pro capite nella fascia 18-74 anni, con un dimezzamento rispetto a quattro anni prima, e la “vetta” di Castelvetro di Modena, dove nel 2022 si sono giocati on-line 1631 euro. Questo senza dimenticare il dato forte di Spilamberto, con 1411 euro pro capite. Ma è ovvio, non tutti i cittadini tra 18 e 74 anni giocano in rete. La nostra stima è che i giocatori on-line nell’Unione siano quasi 3.000, con un impegno economico mensile pro capite superiore ad un normale stipendio annuale – attorno ai 28.000 euro – e con una perdita media di 1500 euro all’anno. Medie, ovviamente, nelle quali si possono trovare chi gioca pochi euro in un anno e chi gioca milioni. Il motivo per il quale si possano investire grandi e grandissime cifre nel Poker e nelle altre forme di azzardo da remoto è fortemente identificabile nel fatto che il gambling online rappresenta uno dei più importanti canali di riciclaggio di capitali sporchi. E una evidenza, lo dicono con chiarezza anche i numeri del rapporto nazionale “Il libro nero dell’azzardo. La crescita impetuosa dell’azzardo online in Italia. MAFIE, DIPENDENZE, GIOVANI”, promosso da FEDERCONSUMATORI e CGIL (Roma, settembre 2023). Nei territori ad alto tasso di criminalità organizzata la quantità di giocato online è abnorme. Nelle provincie di Benevento, Crotone, Reggio Calabria, Messina, Siracusa e Palermo si giocano somme triple o quadruple rispetto a Modena, Bergamo, Firenze, Trieste, Padova e Verona. Negli Enti Locali che hanno o hanno avuto decreti di scioglimento per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso, i numeri sono impressionanti. Non solo mafie però : l’azzardo, fisico 3 e online, è infatti un luogo privilegiato per il riciclaggio di somme provenienti da aree imprenditoriali a storica elevata irregolarità, come il settore turistico, i pubblici esercizi e l’imprenditoria cinese (che gestisce anche numerose sale slot). Tutto da indagare poi, nel grande e recente balzo dei numeri dell’azzardo online avvenuto dopo il 2020, il possibile effetto della forte crescita di attività nel settore delle costruzioni, dovuto al 110%, ed alle consistenti opacità che si stanno registrando. Un supplemento di analisi sarebbe da dedicare, focalizzando l’attenzione sulla Terra di Castelli, agli elevati volumi di gioco registrati nel Distretto delle carni. Qualcuno ha individuato l’incremento dell’azzardo in rete nella naturale crescita dell’approccio digitale, accentuato dai due anni di pandemia, un tempo nel quale le sale gioco sono state lungamente chiuse. Un cambiamento nelle abitudini dei consumatori d’azzardo che però spiega solo una parte delle dinamiche in atto. Il gioco fisico è, infatti, tutt’altro che superato: nel 2022 il volume a livello nazionale è incrementato del 43%, dinamica riscontrabile anche a livello locale (provinciale e unionale). Una crescita fortissima, in parte anche determinata da una sorta di “effetto compressione” accumulato durante il biennio pandemico, che ha liberato la propria energia, tradotta in volumi giocati, nel primo anno di apertura completa della sale, le quali contestualmente hanno rinnovato e implementato la propria offerta. Il rallentamento nella crescita dell’azzardo fisico stimato per il 2023 rappresenta il normale riallineamento su livelli di crescita comunque elevati e che indirizzano verso un ritorno, nel breve-medio periodo, ai volumi pre-pandemia. Questo mentre esplode l’online andando a determinare una situazione caratterizzata da un doppio binario di crescita dell’azzardo nel nostri Paese: l’incremento delle giocate fisiche all’interno di uno scenario di fondo rappresentato dalla forte crescita del gambling da remoto. La stima che qui presentiamo, sull’intera gamma dell’azzardo legale (fisico e remoto), per le Terre di Castelli parla di 160 milioni di euro nel 2022, di 173 milioni nel 2023 contro i quasi 120 del 2021. Una crescita fortissima non spiegabile solo con la chiusura delle sale gioco per sei mesi nel 2021. Un ulteriore aspetto da evidenziare, dallo scenario nazionale a quello locale, è rappresentato dalla diffusione progressiva delle figure dei “supergiocatori” ovvero individui che “investono” volumi economici importanti e che si muovono indistintamente fra azzardo fisico e gambling online sfuggendo alle categorizzazioni classiche delle abitudini di gioco. Il Gratta&vinci: Vignola, un caso nazionale. Negativo. Il Gratta&Vinci fa parte dei giochi d’azzardo fisici, cosa che spesso fa sorridere: “Vabbè, se il problema fossero i grattini…”, ci siamo sentiti dire. Parliamone. Storicamente diffuso nella popolazione anziana, gioco d’azzardo “popolare” per eccellenza, ha ormai un forte insediamento anche in altre fasce, come tra le ragazze, nei formati a minor costo, e trai lavoratori che frequentano i bar. Nel 2021 la vendita di Gratta&Vinci ha raggiunto nell’Unione i 21,4 milioni di euro, contro i 14,1 del 2020 ed i 14,8 del 2019. Un incredibile aumento del 52%, da un anno all’altro, che ha motivazioni importanti. A maggio e a novembre 2020 in due diverse tabaccherie di Vignola vengono vinti per due volte due milioni al Gratta&Vinci. Se la prima non ottiene una significativa attenzione, per i diversi e più importanti problemi del paese in quel periodo la vincita di novembre diventa di interesse nazionale, e viene pubblicata su tutti i quotidiani e siti on-line. Aggirando il divieto di pubblicizzare i giochi d’azzardo, e gratuitamente, dal mondo dell’informazione viene data una enorme pubblicità al Gratta&Vinci. Appaiono filmati e foto dei titolari della tabaccheria festanti, che esibiscono uno striscione con l’entità della vincita, vengono fatte interviste ai cittadini di Vignola, e prodotte ipotesi sul vincitore. Insomma tutta la solita, trita e ritrita teoria di non notizie. L’effetto è presto detto; nelle tabaccherie e nei bar di Vignola esplode la gratta&vincimania, con i numeri sopra riportati. Stessa cosa, per trascinamento, negli altri comuni, dove in alcuni casi la crescita è anche più vistosa. Nel 2021, altre due vincite, trascinano in alto i volumi giocati a Marano sul Panaro e a Castelvetro di Modena. Nel medesimo anno, Vignola arriva a toccare i 396 euro giocati procapite al gratta&vinci, circa 80 grattini procapite, per ogni maggiorenne residente. Nel 2022, inevitabilmente, un piccolo rinculo in quasi tutti i comuni dell’Unione, con una riduzione media del 9%, dopo le “follie” del 2021. Quanto hanno perso i vignolesi e i cittadini dell’Unione in questo periodo? Molto. Le percentuali di vincita sono definite nella normativa, ed il risultato di pochissimi megavincenti, tre soli biglietti sugli oltre 4 milioni venduti nell’unione, non cambia il dato finale. A loro fanno da contraltare una marea di giocatori che complessivamente hanno perso nel 2022 ben 5,1 milioni di euro e ulteriori 4 4,7 milioni di euro nel biennio precedente. A vincere, nettamente, come sempre, è stato il banco, che ha portato a casa, nel 2022, oltre il 26% delle giocate. Gioco popolare, dicevamo, diffuso tra le fasce meno abbienti, che fa registrare fenomeni di dipendenza e patologie forse inferiori agli altri, ma che può portare all’erosione di redditi già problematici, all’indebitamento ed al sovraindebitamento. Uno dei problemi a cui va data una risposta, nell’Unione. Cosa si può fare? In questi anni il contrasto alla crescita dell’azzardo ha voluto dire, per le Amministrazioni Locali, dare corso e presidiare l’ottima Legge Regionale dell’Emilia-Romagna, che attraverso alcune norme, in primis il distanziamento dei locali dai luoghi sensibili, ha consentito in alcune realtà di contenere il gioco fisico. Ma ora, con l’on-line che cresce, senza controllo sociale, cosa possono fare i Comuni? Tentiamo due risposte. La prima è non abbassare, in nessun modo, l’attenzione sul gioco fisico, che è diretto verso i complicati numeri del pre-pandemia. Negli 8,7 milioni di euro persi, in questo territorio da migliaia di cittadini, c’è il forte peso delle AWP e delle VLT, correttamente conosciute come macchinette mangiasoldi. La seconda è di investire energie e risorse, utilizzando quelle provenienti per Legge dalla tassazione dei giochi, in attività che siano realmente utili al contenimento dell’azzardo ed alla cura ed assistenza delle persone con patologie ed ai loro familiari. Vanno evitati i mille rivoli, vanno favorite le azioni in rete, le alleanze, va fatto crescere il lavoro di comunicazione e quello culturale, complesso ma indispensabile. Facciamola finita con gli eventi spot, in favore di un tessuto di iniziative fortemente collegate tra di loro. Infine è più che mai necessario parlare con i ragazzi e le ragazze. L’età dell’azzardo si abbassa, favorita da giochi online all’apparenza innocui che sono propedeutici a formare, già in un bambino di dodici anni, una predisposizione all’azzardo. Agli spaventosi numeri italiani dell’azzardo, anomali nel contesto europeo, bisogna rispondere con una scossa, con una azione corale. Vignola e l’Unione Terre di Castelli possono e devono farcela. Grazie dell’attenzione e buona lettura.

Marzio Govoni

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