Lo diciamo subito: non siamo proibizionisti e il nostro lavoro non è volto a vietare e impedire il gioco d’azzardo
legale. Non rinunciamo tuttavia a provare ad informare sui rischi di questa pratica, sui soldi buttati, sull’improbabilità di una vincita, sui rischi per i bilanci familiari, per il futuro proprio e dei propri figli, sulla possibilità di sviluppare patologie non semplici da curare.
Lavoriamo assieme a tanti altri per il contenimento del gioco d’azzardo.
Aumentano le cifre “investite” nell’azzardo; la pandemia ha scalfito questa crescita, ma soprattutto ha trasformato e trasformerà l’approccio degli italiani e delle italiane al gioco. Siamo dentro a cambiamenti tumultuosi, più complessi da arginare rispetto al passato.
Il TAR dell’Emilia-Romagna ha recentemente bocciato l’ordinanza del Comune di Carpi, una delle capitali dell’azzardo in regione, sul contenimento degli orari di apertura di Videolottery e Bingo. E’ singolare che questo sia avvenuto in una realtà dove si è ancora in attesa della piena applicazione della Legge Regionale in materia di distanziamento dell’azzardo dai luoghi sensibili, come le scuole.
La motivazione addotta dal TAR, ovvero il mancato aggiornamento dei dati sanitari del gioco d’azzardo patologico nel periodo pandemico, non è da noi condivisa, ma non può essere definita peregrina. La tesi sembra essere che il contenimento portato dalle restrizioni adottate dal Governo con la chiusura di alcune forme di gioco per sei mesi nel 2020 e sei mesi nel 2021, potrebbe avere ridotto le patologie legate all’azzardo.
Una tesi non peregrina ma assolutamente pericolosa, poiché apre alla possibile revisione delle Ordinanze di altri Comuni e persino alla messa in discussione della normativa regionale.
La sentenza arriva in un momento di innegabile arretramento dell’interesse collettivo verso i danni del gioco d’azzardo, legale ed illegale. Un momento dove l’unica voce pare essere quella delle aziende del settore, che legittimamente perseguono i propri obiettivi e che in alcuni comparti soffrono di una crisi dura e inedita.
L’indagine nasce quindi dalla necessità di fare il punto sul gioco d’azzardo legale nella nostra provincia, sul rapporto tra i modenesi e il gioco. Una indagine resa complessa dalla difficoltà di ottenere ed esaminare i dati e che comporta importanti limitazioni.
Ci occupiamo dei fenomeni principali degli ultimi anni, per la prima volta con dati territoriali: il gioco online e il Gratta&Vinci, attività più tollerata e considerata la meno rischiosa, ma che muove cifre imponenti, causando
dipendenze e patologie.
Questa è una provincia dove tanto si è lavorato, da parte della Sanità Pubblica, delle Amministrazioni Locali, della Scuola, del Terzo Settore, sui temi dell’azzardo patologico e del suo contenimento, della sua prevenzione e cura. Un lavoro collettivo che nella nostra regione si è espresso ai massimi livelli, con una cornice di grande spessore, come quella della normativa regionale. Tra i tanti soggetti attivi ci sono anche Federconsumatori, ARCI e ACLI, storicamente presenti nelle diverse angolazioni del gioco d’azzardo, anche attraverso la comune partecipazione alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”. Negli anni abbiamo promosso occasioni di dibattito, percorsi formativi, presenze informative nei Circoli, nei luoghi pubblici e nelle Scuole superiori. Arci e Acli hanno incentivato quei giochi che sono occasione di aggregazione e di crescita culturale. Abbiamo partecipato ad incontri con le Amministrazioni Locali, condiviso e proposto iniziative; Federconsumatori ha aperto Sportelli dedicati al sovraindebitamento da azzardo, a Modena e a Soliera, quest’ultimo grazie all’interessamento dell’Amministrazione locale.
Recentemente, Federconsumatori ha presentato un’indagine che ha coinvolto alcuni istituti scolastici della provincia e oltre 1.100 ragazze e ragazzi trai 14 ed i 20 anni nell’ambito di un progetto del Comune di Modena.
L’indagine ha consegnato un quadro preoccupante, registrando sia una diffusa sottovalutazione del problema azzardo e dei suoi numeri, sia la netta sopravvalutazione delle possibilità di vincita. Ad esempio, i ragazzi e le ragazze, una parte dei quali gioca senza essere maggiorenne, non ritengono Gratta&Vinci e Bingo veri e propri giochi d’azzardo. Quando è stato chiesto di costruire l’identikit del giocatore patologico ne è uscito il ritratto di un uomo, un perdente, un disoccupato che gioca per cercare reddito o svago. Abbiamo tuttavia riscontrato che in ogni classe il 12% dei ragazzi in futuro pensa di giocare con regolarità. Tre ragazzi per classe; uno tra di loro si candida ad essere un giocatore compulsivo, ad avere un approccio patologico al gioco, diventando, uomo o donna, simile all’identikit tracciato.
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Tra i motivi per i quali ci occupiamo qui di gioco online e Gratta&Vinci portiamo il segmento dell’indagine che ha rigidamente definito le aree di gioco tra ragazzi e ragazze: gli uomini vertono su poker e scommesse sportive online, le donne su Gratta&Vinci e Bingo.
Abbiamo detto in apertura che non siamo proibizionisti; non siamo nemmeno moralisti né bigotti e non vediamo nel gioco d’azzardo lo “spalancarsi delle porte dell’inferno”. Riteniamo però sia un problema di tutti, delle persone che giocano molto e delle loro famiglie, ma anche di chi non gioca. Per questo è necessario tornare a ragionare sui costi sociali, sanitari ed economici del gioco d’azzardo. Con il progressivo trasferimento di grandi giocatori verso le piattaforme online si assottiglia sempre di più il grande alibi del gioco legale: l’importante contributo alle casse dello Stato in termini di tasse. Si impone quindi come urgente un bilancio sociale del gioco d’azzardo, che ragioni sul peso degli effetti che questa attività comporta per i cittadini, in cui poche decine di vincenti non compensano le perdite di alcuni milioni di perdenti. Un bilancio che ragioni in termini di liceità, guardando anche all’interno dei meccanismi del gioco legale e ai dati shock sul gioco online, che qui presentiamo e che dovrebbero portare le persone a riflettere.
Noi pensiamo che alla fine a perdere siano sempre i cittadini e con loro lo Stato. E che a vincere, banalmente, sia sempre il banco.
Federconsumatori, Arci e Acli dedicano questo primo Rapporto sul gioco d’azzardo nella nostra provincia alle
ragazze ed ai ragazzi modenesi.
Marzio Govoni
Presidente Federconsumatori Modena APS
Anna Lisa Lamazzi
Presidente ARCI Modena
Silviana Siggillino
Presidente ACLI Modena
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